(Comunicato stampa)
Presso la Biblioteca Salaborsa di Bologna, si è tenuto l’evento di presentazione della società BolognaFiere Water&Energy – BFWE.
“Ricerca e Innovazione, Digitalizzazione, Sostenibilità: la strada per la transizione ecologica”, questo il titolo dell’iniziativa che ha riunito allo stesso tavolo esperti nazionali e internazionali in tema di acqua, energia e nuove tecnologie.
L’evento, patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Bologna, è stato organizzato da Mirumir in collaborazione con BolognaFiere.
Cambiamenti climatici, emergenza acqua, nuovi vettori energetici e mobilità sostenibile, sono stati questi i temi al centro dell’iniziativa.
I lavori sono stati aperti dall’intervento di Gianpiero Calzolari, Presidente di BolognaFiere che ha affermato: “Nasce una società, BFWE, che attraverso la promozione di sei manifestazioni, darà vita ad un appuntamento dedicato ai grandi temi della transizione ecologica.
Bologna è il luogo ideale in cui creare e far crescere una simile iniziativa.
Questo grazie ai rilevanti investimenti e progetti che, attraverso i fondi europei del PNRR e i fondi regionali, la Regione Emilia-Romagna e l’Area Metropolitana di Bologna stanno mettendo in campo”.
Paolo Angelini, Amministratore Delegato di BFWE, ha dichiarato: “Siamo certi che dalla nostra collaborazione potranno scaturire sinergie importanti per lavorare insieme alla transizione ecologica del Paese.
I temi al centro dell’incontro di oggi saranno alla base delle 6 manifestazioni BFWE – Forum Accadueo, CH4, ConferenzaGNL, Fuels Mobility (che include anche “la piazza della mobilità elettrica”), HESE, Dronitaly – che si terranno in Fiera a Bologna, dal 12 al 14 ottobre”.
Successivamente, Ruben Sacerdoti – Responsabile Settore Attrattività, Internazionalizzazione e ricerca (AIR), DG Conoscenza, Ricerca, Lavoro, Imprese della Regione Emilia-Romagna – ha evidenziato come il tema della transizione ecologica sia al centro delle politiche della Regione.
Attraverso il progetto “Emilia Romagna Go Green”, la Regione sta collettando le migliori esperienze ed opportunità di ricerca.
È di fondamentale importanza poter coordinare il lavoro di tutti gli stakeholder che sono impegnati e coinvolti nelle sfide ecologiche, di rilievo l’investimento fatto sul tecnopolo big data per la transizione ecologica.
Bologna, ha affermato Anna Lisa Boni – Assessora Deleghe Fondi europei, cabina di regia PNRR, coordinamento transizione ecologica, patto per il clima e candidatura “Città carbon neutral”, relazioni internazionali del Comune di Bologna – è impegnata in una trasformazione sistemica del territorio, al livello climatico con l’obiettivo della neutralità al 2030.
“È necessario far comprendere a tutti gli attori socio-economici che la sfida della transizione ecologica si vince se si arriva ad un “partenariato climatico”.
In tale ottica, Bologna lancerà nel prossimo mese di novembre la sottoscrizione di un contratto che metterà assieme soggetti pubblici e privati, un partenariato verticale, basato su concreto piano di azione operativo.
Prima delle due tavole rotonde tematiche è stato intervistato John Fawell, Member Expert Committee GDWQ (Guidelines for drinking-water quality) della World Health Organization che ha fatto emergere come l’emergenza idrica che stiamo vivendo valichi i confini nazionali e caratterizzi il pianeta ad ogni latitudine.
“Pianificazione e progettazione sono essenziali ma questo è il momento di passare all’azione.
Abbiamo bisogno di paesi che guidino il cambiamento, nuovi modelli che siano d’ispirazione per il mondo”.
La strada da percorrere non è quella di un’unica grande soluzione ma – secondo Fawell – dobbiamo implementare una gamma di azioni che abbiano un taglio locale.
Efficientamento e riduzione degli sprechi come primo passo per un percorso che sposi anche l’innovazione tecnologica.
Creatività, coinvolgimento dei giovani e del territorio sono gli aspetti fondamentali per il futuro del settore idrico.
“La sfida dei cambiamenti climatici e l’emergenza acqua” è stato il tema della prima tavola rotonda che ha visto la partecipazione di: Andrea Guerrini, Componente collegio dell’ARERA e Presidente del WAREG (Network regolatori idrici europei); Luca Lucentini, Direttore del Reparto di Qualità dell’acqua e salute dell’Istituto Superiore Sanità; Luigi Petta, Responsabile Laboratorio Tecnologie per l’uso e gestione efficiente di acqua e reflui dell’ENEA e Stefano Tersigni, Direzione centrale delle statistiche socio-demografiche e ambientali dell’ISTAT.
In termini generali, dalla discussione è emerso anzitutto come il tema centrale sia quello di lavorare per ridurre la dispersione dell’acqua, stimata al 48%, sulla media nazionale.
Ad oggi, rispetto all’utilizzo, il prelievo maggiore, il 50% è legato all’agricoltura, il 36% è connesso alla potabilità mentre la quota restante è riconducibile all’ambito industriale.
Non solo buone pratiche e maggiore sensibilità sull’utilizzo dell’acqua da parte del cittadino ma anche e soprattutto riuso, attraverso l’utilizzo delle acque reflue che possono fornire un contributo decisivo, in sicurezza, come dimostrato dal progetto pilota del depuratore di Cesena, cui hanno lavorato Enea e Regione Emilia-Romagna.
Negli anni è stato evidenziato come gli investimenti nel settore idrico siano raddoppiati passando da circa 30 euro a 66 euro per abitante.
Così come le aziende del settore vengono oggi valutate per la loro capacità dio lavorare sulla riduzione delle perdite.
Sul tema dell’approvvigionamento dell’acqua in sicurezza, non esiste una sola strada ma un mix di interventi, fra i quali anche quello del ricorso alla tecnologia, come la dissalazione, in un’ottica di costi e benefici.
Nella seconda tavola rotonda, dal titolo “Lo scenario energetico del Paese: i nuovi vettori e la strada per la mobilità sostenibile”, sono intervenuti: Romano Borchiellini, Coordinatore dell’Energy Center del Politecnico di Torino; Paolo D’Ermo, Segretario Generale WEC Italia; Gian Luca Morini, Direttore del Laboratorio di Fisica Tecnica – Delegato del Rettore all’Edilizia dell’Università di Bologna; Antonio Sileo, Direttore dell’Osservatorio sull’Innovazione Energetica di I-Com e Fellow Green dell’Università Bocconi e Carmela Tripaldi, Direttore della Direzione Ricerca e Sviluppo Nuove Tecnologie ed Aerospazio di ENAC.
In termini di scenario, si è posto in evidenza come la guerra non stia mettendo in discussione i pilastri della transizione energetica ed ecologica, mentre in Europa l’attenzione è rivolta principalmente, quantomeno nel breve periodo, alla diversificazione delle fonti.
I relatori hanno affermato con forza che la strada della transizione energetica passa necessariamente per un approccio olistico, basato sull’integrazione degli sforzi tra settore pubblico e privato.
È necessario, cioè, che la regolamentazione normativa proceda allo stesso ritmo dell’innovazione tecnologica in materia energetica, per far sì che gli ambiziosi obiettivi europei possano trovare un’effettiva concretizzazione.
Al centro della discussione il tema infrastrutturale, fulcro imprescindibile per l’effettiva applicazione delle nuove tecnologie attualmente in fase di sviluppo.
Tra queste, particolare attenzione è stata rivolta all’idrogeno e alle sue potenzialità per la mobilità, da coniugare necessariamente con esigenze di sicurezza.
La sfida però sarà quella di lavorare ad un diverso approccio al tema.
Le infrastrutture vanno intese in termini di beni della comunità, dall’intrinseco valore sociale. Indipendentemente dal raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione nei termini previsti, infatti, dovranno essere elaborate soluzioni efficaci per i cambiamenti in atto.