Comunicato stampa
Gli assistenti virtuali sono sempre più diffusi, ci affidiamo a loro con sempre più richieste, soprattutto in casa.
Già nel 2016 il 20% delle ricerche fatte su Google erano ricerche vocali, ma secondo comScore nel 2020 la percentuale salirà al 50%.
Se “rivolgersi a un telefono” in mezzo alla gente ci fa sentire strani, a disagio e anche un po’ maleducati, farlo nelle proprie quattro mura è lecito e anche divertente.
E infatti al CES di Las Vegas 2019 il trend principale è stato l’intelligenza artificiale applicata a dispositivi e tecnologie casalinghe.
Secondo un sondaggio di PwC (1.000 persone intervistate negli Stati Uniti. Febbraio 2018) il 72% delle persone ha usato gli assistenti virtuali e solo il 10% di essi non ne ha mai sentito parlare.
Hanno tra i 25 e i 49 anni: il 65% degli intervistati appartenenti a questa fascia d’età ha dichiarato di parlare all’assistente vocale del proprio smartphone almeno una volta al giorno.
Persino quando si viaggia si incomincia ad affidarsi agli assistenti virtuali.
Nell’Aeroporto di Napoli, ad esempio, la startup Zoro.ai (nata nel 2016 all’interno dell’incubatore Supernova Hub e acquistata solo dopo due anni dal gruppo di Information Technology Citel Group) ha sviluppato un chatbot che risponde alle domande di tutti i passeggeri nazionali e internazionali, dando informazioni sui voli, su come raggiungere il gate, sui controlli di sicurezza, sui servizi utili presenti dentro e fuori l’aeroporto.
Stando all’ultima edizione dello studio How Popular is Voice Search? (gennaio 2019) di HigherVisibility, dal 2017 al 2018 sono leggermente aumentate le ricerche vocali quotidiane (dal 22 al 23%), ma più interessanti sono le motivazioni principali che spingono a usare questa tecnologia: facilità (33%), velocità (26%) e impossibilità a digitare (26%).
Ma il dato più interessante è che il 50% degli intervistati ha già effettuato un acquisto utilizzando il proprio assistente vocale e un ulteriore 25% pensa di farlo in futuro.
Per ora, la maggior parte degli articoli comprati in questo modo sono cose che si possono comprare senza doverle necessariamente vedere (un libro, un detersivo, qualcosa che si è già acquistato in precedenza…), ma il trend fa pensare che presto gli assistenti vocali verranno utilizzati anche per acquisti più complessi.
Secondo un altro report di PwC (PwC’s Global Consumer Insights Survey), se nel 2017 le vendite
tramite voce negli Stati Uniti avevano raggiunto il valore di 1,8 miliardi di dollari, la cifra è
destinata, secondo le proiezioni, ad arrivare a 40 miliardi entro il 2022.
Secondo le analisi e l’esperienza di Supernova Hub, l’incubatore legato a ITLM, il Gruppo che
controlla Italmondo, l’intelligenza artificiale sarà il futuro del retail.
Non solo per i consumatori, ma anche per i player del settore.
Ma come?
Che implicazioni possono avere l’intelligenza artificiale e i comandi vocali nel mondo del retail, delivery e logistico?
Le aziende di logistica dovranno concentrarsi sul “fitness digitale”, come dice PwC, per poter
soddisfare le aspettative degli acquirenti.
Ciò significa: efficienza dei costi, produttività degli asset e innovazione.
I clienti di oggi vogliono servizi veloci, flessibili e affidabili perciò le aziende di trasporto e logistica dovranno costruire e perfezionare queste capacità e renderle scalabili.
Oggi quasi il 12% del totale delle vendite al dettaglio nel mondo avviene attraverso e-commerce B2C,
ma le spedizioni rimangono ancora troppo spesso un problema per i rivenditori.
Se gli utenti si stanno ancora abituando a questa modalità, le aziende di logistica più innovative
invece si stanno già muovendo per integrare questa tecnologia nella propria quotidianità è il
settore logistico, con grandi vantaggi.
Grazie all’integrazione vocale, per esempio, un responsabile delle spedizioni o delle vendite potrà verificare la posizione o lo stato di qualsiasi consegna, veicolo o agente in transito.
Ne è un esempio la startup americana AVRL che integra nelle tradizionali piattaforme industriali di
IT funzionalità conversazionali.
Prima dei più recenti progressi tecnologici di riconoscimento vocale e IA, gli strumenti esistenti erano statici, si limitavano al riconoscimento di parole chiave e comandi fissi.
Inoltre, questi sistemi erano limitati in termini di interazione, supportando solo un numero limitato di lingue, accenti e dialetti.
La tecnologia vocale di AVRL, invece, il sistema può interpretare il significato semantico di una frase e creare collegamenti con le informazioni contenute in un sistema ERP, WMS o TMS.
Ciò consente agli operatori logistici di interagire in modo colloquiale con i propri sistemi IT proprio come farebbero con un altro essere umano.