Premessa
Il fenomeno della contraffazione delle merci ha dimensioni preoccupanti.
A confermarlo è un rapporto stilato dall’Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico.
L’indagine ha messo sotto la lente d’ingrandimento 500 mila sequestri doganali avvenuti nel mondo tra il 2011 e il 2013.
Dallo studio è emerso che solo nel 2013 il valore di merci contraffatte e prodotti pirata importati in tutto il globo ha raggiunto 461 miliardi di dollari.
Un dato che rappresenta il 2% delle importazioni mondiali, il 5% se riferito alle merci importate dalla Comunità Europea.
A pagare le conseguenze della violazione di marchi o brevetti sono state soprattutto le imprese americane (20%), seguite da quelle italiane (15%), francesi, svizzere, giapponesi e tedesche.
A fare la differenza contro contraffazione, Grey Market e Italian Sounding, le tecnologie di identificazione univoca che proteggono i clienti e il business.
I dati sulla contraffazione tra Italia e Europa
Secondo due nuove relazioni dell’Ufficio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno (UAMI), la più grande agenzia per la proprietà intellettuale dell’UE, l’Italia è il maggior produttore di articoli di gioielleria nell’Unione Europea, con una produzione di 5 miliardi di euro ogni anno e, per effetto della contraffazione, il settore segna ogni anno una perdita di 400 milioni di euro.
Più in generale, il mercato della falsificazione di orologie e gioielli nei Paesi membri ammonta a circa 1,9 miliardi di euro di entrate all’anno, per una percentuale pari al 13,5 % delle vendite del settore.
L’Unione registra un calo delle vendite anche di borse e valigie del 12,7 % a causa della contraffazione.
Tali mancate vendite determinano la perdita diretta di 27.000 posti di lavoro in questi due settori, poiché i produttori assumono meno personale di quanto avrebbero fatto in assenza di contraffazione.
Gli analisti sottolineano anche come oltre la metà della produzione totale dell’UE di borse e valigie ha luogo in Italia, per un valore di 6,5 miliardi di euro nel 2012. L’Italia rappresenta anche il 40 % delle esportazioni dell’UE e il 35 % dell’occupazione totale del settore nell’UE.
Il settore della produzione di borse e valigie in Italia registra ogni anno una perdita di 520 milioni di euro come conseguenza della contraffazione, un terzo del calo totale delle vendite nell’UE (Fonte: UAMI).
Sul fronte agroalimentare i dati aggiornati parlano di 81 milioni di euro di sequestri, 10mila sanzioni, 1700 persone segnalate all’Autorità giudiziaria e 2700 diffide solo in Italia.
I dati del 2015, rilasciati da Ispettorato repressione frodi (ICQRF), Nuclei Antifrodi Carabinieri/Comando Carabinieri politiche agricole e alimentari (NAC), Corpo forestale dello Stato e Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, sono impressionanti, e parliamo solo di contraffazione alimentare.
Con la tutela ‘ex officio’ delle Dop e Igp comunitarie sono stati esaminati 102 casi che hanno permesso di far togliere dagli scaffali in molti Paesi d’Europa prodotti falsi, tra cui 15.100 tonnellate di falso Gorgonzola, 2 milioni di litri di falso aceto balsamico di Modena, 13 milioni di falso Prosecco e 5mila tonnellate di Parmigiano (Fonte: La Repubblica).
Le etichette anticontraffazione
Le etichette anticontraffazione oggi sono un piccolo tassello dell’Internet of Things.
L’RFID, ad esempio, è utilizzato da un numero sempre maggiore di brand del fashion, da Patrizia Pepe a Fendi, da Proenza Schuler a Maliparni, da Harmont & Blaine a Bottega Veneta.
In questi casi le etichette anticontraffazione vengono associate a uno speciale microchip, chiamato tag o transponder, in cui sono memorizzate tutta una serie di informazioni relative all’origine, alla composizione e alla fattura di ogni singolo prodotto, che si aggiungono ai dati relativi a taglia, colore e modello.
Allo stesso modo lo usano colossi del Retail come Tesco, WallMart, Zara e Decathlon: il tag, infatti, funge anche da sistema invisibile di antitaccheggio.
Grazie alla tecnologia RFID è così possibile in qualsiasi momento interrogare un prodotto e verificare o meno la sua effettiva autenticità.
Alla stregua di una carta d’identità univoca, infatti, il tag può essere riconosciuto a lunga distanza (RFID) o a breve distanza (NFC – Near Field Communication), consentendo a consumatori e a Forze dell’Ordine di sapere se si tratta o meno di un prodotto originale e quali sono le sue caratteristiche.
Il prodotto, dunque, grazie alla tecnologia RFID diventa intelligente e comunicante, portando efficienza alla logistica e a tutta la filiera.
Da tempo si usano anche con successo ologrammi, filigrana e inchiostri invisibili. Negli ultimi anni si sono aggiunti nuovi codici bidimensionali come QR code invisibili a occhio nudo, creati con nanoparticelle e inchiostro fluorescente.
Le etichette intelligenti
L’ultima frontiera per la lotta alla contraffazione è rappresentata dalle etichette intelligenti, che associano l’uso di 4 diverse soluzioni tecnologiche: tag RFID/NFC, tag RFID/NFC + OTP, RFID + Fides Code e Sixtrue.
Il denominatore comune è una nuova intelligenza di sistema perché, se ciascuno di questi elementi viene integrato in un software, la lotta alla contraffazione può contare su una barriera in più di sicurezza, proteggendo le filiere a 360 gradi.
1) RFID: la tecnologia RFID (Radio Frequency IDentification) è la versione più evoluta delle soluzioni di AutoID e comprende al suo interno varie tipologie di prodotti/soluzioni.
Le più diffuse, al momento, sono l’UHF (Ultra High Frequency: nome mutuato dalla frequenza di funzionamento) e l’NFC (Near Field Communication).
Grazie all’uso del tag RFID qualsiasi oggetto diventa connesso e comunicante. Attraverso diversi sistemi di lettura del tag, le informazioni diventano accessibili e condivisibili.
2) RFID + OTP: questa tecnologia di fatto unisce alla tecnologia RFID/NFC quella OTP (One Time Password) per potenziare la condivisione delle informazioni: ogni volta che il tag viene letto, oltre alla sua area di memoria che contiene i dati che il cliente ha deciso di riportare, viene generato automaticamente un codice one time da utilizzare come password.
In questo modo, anche se un malintenzionato intercettasse il link generato dal tag e provasse a reindirizzare il browser a quell’indirizzo, questo respinge la richiesta dal momento che è già stato utilizzato una volta, esattamente come ci succede quando si utilizza il proprio sistema di home banking.
3) RFID + Fides Code: grazie a un algoritmo associato all’uso del tag RFID, è possibile certificare in modo univoco i codici associati a ogni oggetto etichettato, mettendo in relazione il codice pubblico e il codice privato che servono ad effettuare la validazione, garantendo così l’originalità e l’univocità dei tag senza dover accedere a database locali o remoti, garantendo sempre e comunque la veridicità dell’informazione.
4) SIXTRUE: si tratta di una tecnologia innovativa, che si affianca alla biometria nel certificare in maniera univoca un prodotto, al fine di garantirne non soltanto l’unicità e l’esclusività, ma anche tutta la sua storia.
La tecnologia Sixtrue funziona combinando un barcode 2D di tipo QR Code con un segno formato da una serie di piccole macchie colorate, generate a random da una particolare tecnologia di stampa brevettata per cui a ogni segno viene associato a un valore unico seriale, codificato all’interno del barcode.
La telecamera installata in uscita dal sistema di stampa ha il compito di rilevare le immagini dei segni stampati e inviarle alla stazione di elaborazione immagini per la successiva archiviazione nel sistema Sixtrue su cloud.
Così il codice è assolutamente univoco e irripetibile, proprio come un’impronta digitale ma con un plus: il consumatore può leggere con il proprio smartphone o tablet il codice e, tramite portale, verificare l’autenticità del prodotto acquistato.
Tag Over ovvero smart labels
Per ostacolare la contraffazione è nato recentemente Tag Over, un sistema di anticontraffazione basato sempre su etichette intelligenti.
Queste smart labels hanno al loro interno un chip NFC che, come gli appassionati della tecnologia sapranno bene, sono dotati di un codice seriale univoco.
Questo codice, chiamato UID, varia per ogni chip NFC ed è realizzato in modo da essere non falsificabile.
Tag Over associa l’UID di ogni chip NFC a un prodotto certificato e autentico, in modo da realizzare un database di prodotti genuini e garantiti.
Grazie a un’applicazione gratuita per cellulari, Label Tracking, ogni consumatore dotato di un telefono o un tablet NFC può verificare in modo semplice e veloce se il prodotto che ha davanti è autentico oppure no.