Cinque anni per un investimento di 200 milioni, di cui 100 nei primi due anni e mezzo: i primi 45 sono stati investiti nella costruzione di una sala da taglio carni dei prodotti elaborati, i successivi 50 andranno a finanziare la nuova piattaforma logistica.
Amadori, secondo player italiano nel settore degli avicoli, con una quota di mercato dichiarata del 25%, ha a disposizione 4 incubatoi, 4 mangimifici e 6 stabilimenti di trasformazione.
Per stare al passo col mercato ha un urgente bisogno di riallinearsi con le tecnologie più moderne per la lavorazione dei prodotti ad alto contenuto di servizio e per migliorare l’efficienza della propria logistica.
“Il sistema Amadori – assicura Massimo Romani, nuovo ad di Amadori ed ex dg di Gsi – oggi genera dai 100 ai 110 milioni di Ebitda, sufficienti a sostenere investimenti per 200 milioni, con cassa autogenerante, e tenere il debito sotto controllo.
Se ciò non bastasse, la famiglia Amadori ha annunciato di essere disponibile a far entrare, con una quota di minoranza, un investitore finanziario”.
“La sfida da vincere – aggiunge Romani – è l’estrema rapidità: la logistica è un fattore critico di successo. Noi fornitori dobbiamo offrire una logistica quasi del tutto automatizzata per gestire i freschissimi”.
Automazione, tecnologia e innovazione per la logistica saranno anche i temi centrale del convegno gratuito ‘Supply Chain Technology’, organizzato da Logisticamente il 16 marzo 2016.