La riduzione delle agevolazioni fiscali approvata dal Governo comporta per i trasportatori un aggravio delle tasse con una oscillazione tra gli 8 e i 13mila euro circa.
A renderlo noto è l’ufficio studi della Cgia di Mestre.
Considerando il caso tipo di un autotrasportatore che lavora per 288 giorni all’anno, con un viaggio quotidiano oltre il Comune in cui ha sede l’impresa e un reddito di 30mila euro, sommando Inps e Irpef emerge un maggior esborso finanziario di 8.139 euro – l’esborso arriva a 13.657 euro nel caso di viaggi oltre le regioni confinanti.
Il quadro, dunque, è il seguente: operando all’interno della Regione di residenza e in quelle confinanti, il risparmio fiscale per un autotrasportatore scende da 56 a 18 euro.
Trasportando le merci fuori dalle Regioni confinanti, il beneficio fiscale scende da 92 a 30 euro.
Per i piccoli padroncini che lavorano all’interno dell’area di residenza, la deduzione passa invece dai 19,6 ai 6,3 euro.
La Cgia mette poi di fronte a un altro dato: in Italia il costo di esercizio per chilometro (1,60 euro) è più alto rispetto al resto d’Europa; risulta poco inferiore in Francia, Austria e Germania, ma in Romania per esempio è di 0,93 euro.