Packaging
2 Agosto 2012
In Italia la raccolta degli imballaggi è obbligatoria per legge.
Le Direttive Comunitarie del 1994 e del 2004 sono state recepite dal nostro Paese rispettivamente con il Decreto Ronchi del 1997 e con il Testo Unico sulle Norme in materia ambientale del 2006 che regola la gestione di tutti gli imballaggi immessi sul mercato nazionale e di tutti i rifiuti di imballaggio derivanti dal loro impiego, utilizzati o prodotti da industrie, esercizi commerciali, uffici, negozi, servizi, nuclei domestici.
La normativa, inoltre, definisce i criteri informatori dell’attività di gestione dei rifiuti di imballaggio basati sulla responsabilità estesa del produttore e sulla responsabilità condivisa, ovvero sulla cooperazione richiesta a tutti gli operatori economici interessati dalla gestione dei rifiuti di imballaggio.
A tale scopo il Governo ha istituito il CONAI, Consorzio Nazionale Imballaggi, un consorzio privato senza fini di lucro al quale partecipano, in forma paritaria, i produttori e gli utilizzatori di imballaggi con lo scopo di garantire il “raggiungimento degli obiettivi globali di recupero e di riciclaggio e il necessario coordinamento dell’attività di raccolta differenziata” (art. 224).
Il CONAI raccoglie 6 Consorzi di Filiera rappresentativi dei sei principali materiali di rifiuto (acciaio, alluminio, carta, legno, plastica, vetro) e si occupa di indirizzare e garantire la loro corretta raccolta, il recupero e lo smaltimento.
Il CONAI, inoltre, si pone come tramite per coordinare le Amministrazioni Pubbliche, i Consorzi di Filiera e gli altri operatori economici.
I Consorzi, dal canto loro, sono i responsabili del corretto funzionamento del processo di raccolta e riciclaggio dei rifiuti di imballaggio secondari, terziari e del servizio pubblico.
La partnership è siglata da un Accordo Quadro (ANCI-CONAI) ovvero l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, finalizzato proprio a sostenere economicamente i costi derivanti da un efficiente metodo di raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio e l’avvio a riciclo dei materiali raccolti.
Nel 2011 le aziende iscritte al CONAI sono 1.466.888, 8.122 in più rispetto al 2010.
Il 99,4% di queste sono utilizzatrici di imballaggi mentre solo lo 0’6% ne sono produttrici.
Oltre al CONAI esistono altri due sistemi riconosciuti dallo Stato e sono il Consorzio Nazionale Imballaggi in Plastica (CO.N.I.P.) e il Sistema di gestione autonoma (P.A.R.I.).
Il CO.NI.P è un consorzio volontario di produttori e si occupa della raccolta e il recupero di cassette in plastica a “fine vita” mentre il Sistema P.A.R.I., di cui è capofila la società Aliplast SpA, si occupa del recupero degli imballaggi secondari e terziari in LDPE che la stessa Aliplast SpA immette al consumo sul territorio nazionale.
I risultati di recupero dei Consorzi di Filiera parlano di 8 milioni 596 mila di tonnellate di materiale da imballaggio recuperato a fronte di 11 milioni 657 mila tonnellate immesse al consumo, pari al 73,7% degli imballaggi totali immessi al consumo nel 2011, registrando inoltre un incremento dello 0,8% rispetto al 2010.
L’avvio al riciclo, inoltre, ha interessato 7 milioni 507 mila tonnellate di materiali, il 64,4,% del totale degli imballaggi immessi al consumo nel 2011, con un aumento positivo del 2,2% rispetto al 2010.
Il CONAI, infatti, apre la Relazione Generale Consuntiva del 2011 con la comunicazione relativa all’esito positivo della raccolta di alluminio, carta e plastica, grazie al quale, il Consorzio ha potuto ridurre, a partire dal 1° gennaio 2012, il Contributo Ambientale richiesto a produttori e utilizzatori per lo smaltimento degli imballaggi.
Il Contributo Ambientale è un finanziamento attraverso il quale il CONAI ripartisce il costo della raccolta differenziata tra i produttori e gli utilizzatori.
L’attività di recupero e riciclo degli imballaggi, infatti, deve marciare di pari passo a quella della loro produzione e consumo e il costo di un efficiente sistema di raccolta differenziata richiede la fattiva collaborazione di tutti gli attori pubblici e privati presenti sul territorio nazionale.
Grazie alla fattiva collaborazione dei Consorzi di Filiera, responsabili del 47% dei materiali avviati al riciclo nel 2011 e grazie alla collaborazione dei comuni aderenti all’accordo ANCI-CONAI, il Contributo ambientale per gli imballaggi in alluminio è sceso da 52,00 a 45,00 Euro/ton, per quelli di carta da 22,00 a 14,00 Euro/ton e per quelli in plastica da 140,00 a 120,00 Euro/ton.
I dati relativi agli imballaggi immessi al consumo nel 2011 parlano di 11 milioni 657 mila tonnellate prodotte, il 2,1% in più rispetto al 2010 (11,412 K/ton, Fonte: CONAI).
La crescita dell’immesso al consumo complessivo risulta trainata dall’andamento positivo di alcune filiere, in particolare quella del vetro (+7,2%) e della carta (+2,3%) mentre segnali di sofferenza vengono registrati dal calo della filiera degli imballaggi in acciaio (-7,7%) meno usato negli open top e le chiusure di prodotti prevalentemente alimentari per i quali viene preferito l’alluminio (+4,7%) con il sistema del mix-packaging.
Gli imballaggi avviati a riciclo nel 2011 sono stati 7 milioni 507 mila tonnellate, il 2% in più rispetto al 2010 (7.346).
I due canali di provenienza dei materiali sono quelli da superficie “privata”, cioè dalle aziende, e da superficie “pubblica” ovvero dai rifiuti urbani.
Quest’ultima, in particolare, è andata aumentando costantemente nel corso degli anni e supera oggi le 3000 kton.
Infine, il recupero energetico degli imballaggi, ovvero l’utilizzo dei rifiuti di imballaggio come combustibile per produrre energia ha registrato un calo rispetto allo scorso anno, da 1.182 kton del 2010 a 1.088 kton del 2011.
Tuttavia il CONAI precisa la mancanza di comunicazione dei dati da parte di alcuni gestori perciò il dato potrebbe non essere completo.
I materiali destinati alla combustione derivano dagli scarti del trattamento dei flussi di rifiuti di imballaggio gestiti dai Consorzi di Filiera e dai rifiuti di imballaggio dei rifiuti urbani.
Garantire il raggiungimento degli obiettivi di riciclo e recupero, rinnovare l’Accordo ANCI – CONAI, in scadenza a fine 2013, focalizzare l’attenzione sulle Regioni del Sud e nelle aree più critiche.
Questi gli obiettivi del CONAI per il triennio 2012-2014.
Considerati i buoni risultati raccolti nel 2011, verrà ulteriormente incrementata l’attività di informazione ai cittadini, alle istituzioni, alle imprese a agli enti locali per aumentare la consapevolezza di comportamenti più eco-sostenibili.
Verrà inoltre stimolata la prevenzione dell’impatto ambientale degli imballaggi di rifiuto proponendo la progettazione di imballaggi più eco-compatibili.
Il business dei packaging eco-sostenibili è una sfida intrapresa già da tempo all’estero che sta prendendo piede anche in Italia.
Dai più noti bicchieri della Nutella, riutilizzabili una volta consumato il prodotto si trovano sul web altri esperimenti creativi che riutilizzano gli imballaggi di legno per le bottiglie di vino per creare moderne lampade da comodino o il bambù che viene riutilizzato per proteggere portatili e tablet.
Sulla stessa scia la Gillette ha appena lanciato una nuova confezione per il proprio rasoio che usa l’80% di plastica in meno ricorrendo alla fibra vegetale.
Una soluzione ambientalista e più leggera che consente quindi di inserire più prodotti in un unico carico con notevoli riduzioni di costi per lo stoccaggio e il trasporto.
L’azienda Henkel ha lanciato una linea di detersivi che permette di risparmiare il 55% di plastica, il 34% di acqua e il 50%di CO2.
In Italia, un’idea brillante è quella della ditta Rotoprint di Lainate, che permette di modificare gli imballaggi già stampati di qualsiasi formato, dal tetrarex agli astucci ai blister, compresi quelli in bobina con supporto esterno.
Si tratta di un risparmio non indifferente per le aziende in termini di tempi, costi, materiali, stoccaggio e macero, oltre che per l’ambiente.
Ma nemmeno le griffe sfuggono al fascino del packaging ecosostenibile.
Il marchio Gucci, infatti, ha recentemente riprogettato il packaging dei propri prodotti – scatole, veline, sacchetti – affinchè venga utilizzata carta certificata FSC (Forest Stewardship Council) riciclabile al 100%.
La stessa carta, poi, verrà utilizzata nella produzione dei cataloghi.