AGGIORNATO AL 25 FEBBRAIO 2022
In Italia la metodologia più comune di gestione dei pallet è lo scambio alla pari di pallet EPAL: l’interscambio prevede la restituzione immediata di un numero di pallet equivalenti in quantità e qualità ai pallet ricevuti.
Teoricamente, l’interscambio differito con l’emissione di buoni pallet, anche perché implica l’impiego di risorse dedicate rendendo meno funzionale e conveniente il sistema, dovrebbe essere un’eccezione, mentre in realtà costituisce la modalità operativa più diffusa.
Il C-Log, Centro di Ricerca dell’Università Carlo Cattaneo – LIUC sulle tematiche inerenti al mondo della logistica, dei trasporti e della gestione della produzione e dell’innovazione, con il patrocinio di Assologistica, ha effettuato una ricerca, da poco pubblicata, al fine di valutare le modalità e i costi di gestione dei pallet per gli operatori di logistica integrata: una sorta di prosecuzione di una ricerca precedente condotta invece per alcuni importanti aziende della GDO.
Occorre notare che per questa categoria di attori la gestione dei pallet ha una particolare rilevanza perché occupano una posizione intermedia nella filiera distributiva: da un lato subiscono le modalità di gestione dei pallet dei committenti (aziende produttrici); dall’altro devono sottostare alle condizioni di alcuni clienti dei loro committenti (GDO in primis), che non li riconoscono come fornitori.
Dalle interviste condotte su un campione di 10 aziende sono stati elaborati sia i costi unitari di gestione pallet sia alcuni indicatori di sintesi per una immediata confrontabilità delle strategie di gestione adottate.
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Per rendere confrontabili i risultati dei casi esaminati, per ciascun operatore logistico l’analisi è stata focalizzata su un unico magazzino pilota in cui sono gestite le scorte di uno o più committenti, escludendo i casi in cui l’operatore gestisce un CeDi.
Gli attori con i quali l’operatore logistico interagisce nel processo di interscambio pallet sono:
Le principali fasi logistiche che riguardano la gestione dei pallet presso il magazzino di un operatore sono schematizzate nella figura sottostante (fare clic sull’immagine per ingrandire).
L’interscambio dei pallet può essere contestuale o differito: come anticipato, il ricorso all’interscambio differito (con frequenza stabilita, ad esempio mensile) è il più frequente, anche perché l’azienda committente preferisce farsi restituire carichi completi di pallet idonei ad alimentare le linee di produzione invece di avere di volta in volta le rispettive quantità di pallet consegnati.
Il recupero dei pallet dai punti di consegna è la fase più critica dell’intero processo di gestione, sia per garantire il funzionamento del magazzino sia per effettuare l’interscambio con i committenti.
Nel caso di interscambio differito, viene consegnato al trasportatore un buono pallet per il ritiro differito, ed è proprio in questa fase che si generano i contenziosi sulla qualità del pallet secondo lo standard EPAL.
L’intestazione dei buoni pallet è un aspetto molto importante, in quanto identifica il soggetto sul quale ricade l’onere per il mancato recupero.
Il destinatario può decidere se intestarlo all’operatore logistico o al suo committente: in questo caso, se non viene riconosciuto alcun risarcimento dei buoni pallet da parte dei punti di consegna, l’operatore logistico può restituire gli attestati di debito al committente ed ottenere una riduzione del proprio debito per una quantità di pallet pari ai buoni consegnati.
In alcuni casi l’operatore logistico cede la responsabilità del recupero pallet al trasportatore: in tal caso (ancora poco comune in Italia) solitamente si riconosce al trasportatore una franchigia a copertura di comportamenti poco collaborativi da parte dei punti di consegna.
Occorre comunque segnalare che i piccoli trasportatori subiscono il potere contrattuale degli operatori logistici, che spesso non riconoscono né franchigie né costi per il recupero, e addebitano ai trasportatori i pallet non restituiti a valori di mercato medi.
I casi riportati mostrano un tasso di reintegro annuo che a volte supera il 10%, generalmente a causa delle notevoli difficoltà rilevate nella gestione dei processi di interscambio con gli attori della filiera distributiva.
In particolare i punti di consegna, in virtù del loro potere contrattuale, tendono ad assumere comportamenti poco collaborativi; inoltre vanno citate sia l’influenza negativa del mercato parallelo dei pallet sia la scarsa volontà dei committenti nel riconoscere le reali problematiche affrontate dagli operatori.
I costi di gestione, che variano da 0,75 a 1,19 euro/pallet, sono costituiti da singole voci che differiscono notevolmente fra le varie aziende, ad indicare contesti operativi e capacità gestionali differenti.
E’ inoltre emerso come la questione pallet riguardi, oltre a produttori distributori e operatori logistici, anche i trasportatori che operano per conto degli operatori e sostengono a loro volta i costi per la gestione dei pallet.
In generale, anche gli operatori logistici più rilevanti in termini di fatturato riescono solo in parte a trarre giovamento dalle economie di scala perché spesso sono penalizzati dalle difficoltà riscontrate in fase di recupero.
Minori complessità sono state riscontrate nelle aziende che gestiscono il magazzino per un solo mandatario, in quanto i buoni pallet sono riconducibili ad un unico soggetto che, nel caso di divergenze, si attiva direttamente per il recupero presso i punti di consegna.
In conclusione, è emerso uno scenario in cui gli operatori logistici occupano una posizione non privilegiata, che li rende particolarmente esposti alle attuali inefficienze del sistema di interscambio; inefficienze riscontrate anche nella precedente indagine presso le aziende della GDO, per le quali nell’immediato non si intravedono prospettive di miglioramento.