Premessa
La grande sfida delle aziende sanitarie italiane oggi è quella di garantire ai pazienti prestazioni e servizi sempre più efficaci ed efficienti, e di ottimizzare l’intero processo gestionale, anche con il supporto della tecnologia.
E’ in questa logica che si è mossa l’Azienda Ospedaliera Istituti Clinici di Perfezionamento (ICP) di Milano, a cui fa capo, tra gli altri, anche l’Ospedale dei Bambini “Vittore Buzzi”: nato come Ospedale dei Bambini all’inizio del ‘900, è ancora oggi uno dei principali riferimenti della città di Milano per l’assistenza pediatrica e ostetrico ginecologica.
La situazione precedente all’implementazione
Nei reparti di Neonatologia e Nido dell’Ospedale Buzzi venivano usati braccialetti convenzionali, fatti indossare dalla mamma e dal neonato, sul quale era riportato a mano con un pennarello un numero identificativo corrispondente al numero di accettazione della madre al momento del ricovero.
Tale braccialetto accompagnava mamme e neonati dal momento del parto fino alla dimissione dal reparto.
Il sistema era sufficientemente sicuro, ma ulteriormente migliorabile in relazione alla sicurezza e alla certezza degli operatori, passibili di sviste nella lettura di una sequenza numerica scritta a mano.
Ma come si può essere certi che il neonato non venga “scambiato” con un altro?
L’Ospedale Buzzi voleva poter garantire in modo inequivocabile l’identificazione e l’associazione certa madre – neonato.
A tal fine aveva bisogno di avvalersi di un sistema flessibile e semplice da utilizzare, in grado di integrarsi in maniera trasparente con i sistemi informativi già presenti, capace di ottimizzare la tracciabilità e il monitoraggio dei dati, incrementare l’automazione dei processi e ridurre le casistiche di mal practice.
L’implementazione dei braccialetti RFID
Dopo attente valutazioni, l’Ospedale Buzzi ha individuato nell’RFID la tecnologia meglio rispondente a queste esigenze.
Tutte le mamme e tutti i neonati sono quindi stati dotati di un braccialetto che ha al suo interno un tag RFID, nel quale sono riportate tutte le informazioni necessarie ad identificarli.
Per leggere le informazioni contenute nel braccialetto l’Ospedale Buzzi ha scelto i PDA Datalogic JetTM di Datalogic Mobile.
Il personale ospedaliero dotato dei Datalogic JetTM in ogni momento può leggere le informazioni racchiuse nei braccialetti delle mamme e dei neonati ed associare in modo immediato e certo ogni mamma con il suo bambino, riducendo drasticamente ogni possibilità di errore.
Questo infatti garantisce che il neonato sia identificato in modo assolutamente sicuro sino alla dimissione, evitando così lo scambio di neonati.
Leggendo con il Datalogic JetTM le informazioni contenute nel braccialetto il personale può inoltre tener traccia in modo inequivocabile di ogni contatto che avviene tra mamma e neonato ed associare in modo sicuro la cartella clinica cartacea.
«Abbiamo scelto i PDA professionali Datalogic JetTM di Datalogic Mobile perché sono in grado di rispondere a requisiti per noi fondamentali, quali ad esempio la leggerezza, le dimensioni ridotte e la maneggevolezza, lo schermo ampio, la durata delle batterie tale da coprire un intero turno di lavoro, ecc…», afferma Francesco Beretta, Direttore Generale Azienda Ospedaliera Istituti Clinici di Perfezionamento di Milano.
L’Ospedale Buzzi ha deciso che l’ambiente Oracle, su cui già poggiava buona parte dei sistemi informativi esistenti, era il più idoneo per garantire una corretta gestione di tutte le informazioni, il più delle volte sensibili, che devono essere disponibili in modo rapido e sicuro.
La soluzione è stata studiata e realizzata da MIR, Partner di Datalogic Mobile specializzato nell’offerta di soluzioni Mobile & Wireless in ambito sanitario, perché aveva dimostrato di possedere un elevato knowhow delle tematiche e dei processi ospedalieri, grazie all’esperienza maturata dalle proprie risorse, e questo si è tradotto in una reale capacità di comprensione delle specifiche problematiche.
«La soluzione implementata si è rivelata vincente nel diminuire i margini di errore e le casistiche di mal practice all’interno dei reparti in cui è stata introdotta», continua Beretta.
«L’introduzione dei braccialetti Rfid e dei Datalogic JetTM è stata recepita positivamente da parte degli operatori coinvolti, che non hanno segnalato alcun problema, né in termini di difficoltà operative né di accettazione, ma anzi ha contribuito in maniera significativa anche a valorizzare e responsabilizzare sempre di più le risorse interne».
L’Ospedale Buzzi sta oggi valutando ulteriori estensioni della soluzione: in futuro è ipotizzabile un’evoluzione del progetto con l’obiettivo di tracciare e monitorare tutti gli spostamenti dei neonati all’interno della struttura, al fine di evitare l’uscita non autorizzata dal reparto o l’ingresso in aree a rischio.