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I big della distribuzione credono nella tecnologia RFID
Sono anni che si parla di Rfid, delle possibili applicazioni e del potenziale beneficio che questa tecnologia può portare alla gestione logistica delle merci.


Hardware e Software per il Magazzino

I big della distribuzione credono nella tecnologia RFID

13 Dicembre 2010

Sono anni che si parla di Rfid, delle possibili applicazioni e del potenziale beneficio che questa tecnologia può portare alla gestione logistica delle merci e diverse volte si è parlato dei test e delle iniziative pilota messe in atto dalle catene della GDO al fine di verificare gli ambiti e il grado d’applicazione della radio frequenza.

A qualche anno dall’avvio dei primi progetti pilota di una certa entità da parte dei grandi retailer mondiali il bilancio è più che positivo, tanto che l’adozione su larga scala risulta sempre più vicina.

Wal-Mart, uno dei primi ad imprimere un’accelerata all’applicazione dell’Rfid “chiedendo” ai fornitori di maggiori dimensioni di adeguarsi, ha registrato considerevoli miglioramenti nella gestione della supply chain.

In particolare, dal 2004, anno in cui Wal-Mart ha avviato i primi test, gli “out-of-stock” sono stati ridotti del 30%, sono stati eliminati gli eccessi a magazzino e nei punti vendita Sam’s club sono stati introdotti i “pallet locator” incrementando l’accuratezza degli inventari e riducendone la durata.

Inoltre, il retailer americano sostiene che l’applicazione della tecnologia Rfid possa portare anche sensibili benefici in campo ambientale: ha calcolato che la forte diminuzione delle rotture di stock ogni giorno ha evitato ai propri clienti 100.000 spostamenti necessari a cercare il prodotto mancante in un altro punti vendita (sono 24 milioni i clienti giornalieri di Wal-Mart), per un risparmio complessivo annuo di circa 17 milioni di euro di carburante e la mancata immissione di oltre 80.000 tonnellate di gas serra nell’atmosfera.

Alla luce dei risultati ottenuti il distributore americano ha annunciato che implementerà la tecnologia Rfid in altri 400 punti vendita.

Sulla stessa linea si trova Tesco nel Regno Unito che, visti le i risultati positivi dei primi test effettuati, ha deciso di intensificare la sperimentazione aumentandone anche il livello di complessità.
Il pilota eseguito presso la piattaforma di Antrim nell’Irlanda del Nord ha evidenziato una percentuale di successi in lettura del 99,96% che nel febbraio scorso ha spinto il retailer inglese a programmare un nuovo test di otto settimane, attualmente in corso, incrementando notevolmente i quantitativi coinvolti.

Si stima infatti che giornalmente siano 1.200 i roll (gabbie su ruote delle dimensioni di un pallet) in consegna ai punti vendita e di ritorno alla piattaforma ad essere identificati e tracciati mediante la radio frequenza.

Lusinghiero anche l’esito delle prove registrato da Metro in Germania: in una serie di test condotti nel centro distributivo di Hamm si è raggiunto un tasso di successo del 98,5%, considerato dal retailer un ottimo risultato sebbene ancora migliorabile.

I test pilota, seguiti anche dall’European Telecommunications Standards Institute (ETSI), sono stati implementati al fine di migliorare le performance di lettura in situazioni ad alta densità di movimentazioni anche in preparazione dei piani di espansione dell’utilizzo dell’Rfid (standard UHF) nel breve termine in centri distributivi e punti vendita.

Sono stati installati lettori Rfid in 36 bocche di carico/scarico dalle quali sono stati fatti transitare simultaneamente, a normale velocità di movimentazione, pallet contenenti 62 colli, ciascuno dotato di un proprio tag.

Nel corso dell’operatività del test sono state registrate in totale ben 4,5 milioni di letture e si è notato che le percentuali di errori più alte sono state riscontrate in coincidenza del passaggio di pallet particolarmente carichi di prodotti liquidi, in scatola o con confezioni foderati in metallo.

Rimanendo in Germania, Rewe, il terzo retailer alimentare europeo, si sta concentrando sull’espansione dell’applicazione della tecnologia a radio frequenza dopo aver concluso, presso il centro distributivo di Norderstedt nel Nord del Paese, la fase di test cominciata nel febbraio del 2006.

In particolare, il centro distributivo pilota – che tuttora riceve giornalmente da 20 diversi fornitori da 200 a 300 pallet dotati di tag passivi EPC Gen 2 UHF – sarà presto nelle condizioni di accogliere una media di 3.000 pallet al giorno.

I risultati della prima fase sono stati accolti in modo più che positivo dall’azienda che ha giudicato molto soddisfacente il tasso di successo in lettura, incrementato nel corso della fase di test nonostante fosse progressivamente cresciuta anche la velocità di movimentazione dei pallet.

I vertici aziendali hanno infatti dichiarato che la parte più complicata dell’implementazione non è tanto la riduzione della percentuale di errori in lettura quanto l’integrazione della nuova tecnologia con il sistema di IT già in dotazione.

Rewe ha calcolato che l’utilizzo della radio frequenza ha permesso una riduzione dell’80% dei tempi necessari alla verifica della corrispondenza tra ordini effettuati e consegne ricevute, con una parallela riduzione degli errori di smistamento della merce verso i posti pallet e verso i diversi punti vendita.

Il distributore tedesco ha deciso di passare da una fase di test estremamente circoscritta ad una implementazione a più ampio spettro, che è previsto si sposterà dal pallet all’identificazione dei singoli colli.

In particolare, mentre nella prima fase pilota erano stati installati lettori Rfid in 6 porte per il ricevimento della merce e in 2 carrelli a forche, l’implementazione su larga scale riguarderà invece 60 punti di ricevimento della merce, 16 carrelli a forche e 30 lettori portatili.
Nel frattempo Rewe ha già equipaggiato 500 posti pallet, che ben presto diventeranno 10.000, con tag.

In base ai risultati della fase test e attraverso un’analisi costi-benefici Rewe stima di poter raggiungere il break even point in due anni dalla piena operatività.





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