Ecco una proposta decisamente fuori dalle righe: quella di far entrare la logistica in un campo (santo) dal quale si è tenuta finora a rispettosa distanza. La Reverse logistics della persona umana.
La disciplina della Logistica che, nelle realtà aziendali, nazionali ed internazionali, si occupa della movimentazione di tutto quello che può essere movimentato, come merci, servizi, persone vive ed informazioni, ha finora colpevolmente trascurato di occuparsi delle persone defunte. Questo, al contrario di quanto ha iniziato a fare da tempo per alcune cose che possono essere definite morte, quali ad esempio gli imballaggi da riutilizzare, da riciclare o da abbandonare definitivamente nelle discariche.
E’ giunto quindi il momento di aprire un nuovo grande capitolo, creando un settore logistico specifico che si occupi di gestire le spoglie mortali delle persone, in termini decisamente meno artigianali di quanto fino ad oggi non sia stato fatto. A tale scopo potranno essere utilizzate le più avanzate tecniche di stoccaggio intensivo, in considerazione della crescente scarsità di spazi da destinare a quello dei defunti, dovuta anche anche al fatto che ormai viene garantita quasi esclusivamente l’attenzione agli aspetti economici. Questo, in pratica, significa che oggi si preferisce destinare un’area edificabile ad un centro commerciale piuttosto che ad un nuovo cimitero o all’allargamento di uno esistente, il cui soddisfacente ritorno economico è purtroppo, per ora, tutto da dimostrare.
La struttura cimiteriale del futuro, alla quale nessuno potrà vietare di assumere un preciso carattere commerciale, oltre che sociale, dovrà essere largamente concorrenziale con le strutture della Grande Distribuzione, in modo che non si determinino preferenze nell’assegnazione degli spazi disponibili, potendo essa sorgere anche a fianco a una di queste. L’opportunità di fare visita ai propri cari defunti mentre si va a fare la spesa settimanale, contribuirà a “fidelizzare” per molte generazioni i clienti dei punti di vendita prossimi alla struttura cimiteriale, la clientela dei quali aumenterà quanto più quest’ultima sarà capiente.
Per raggiungere questo obiettivo occorrono delle strutture che, a parità di spazio, abbiano un’elevata capacità di “stoccaggio”. Queste strutture, che già esistono e vengono utilizzate per la conservazione delle merci, non sono altro che i magazzini automatici i cui scaffali, posti a molti livelli, a grande altezza e/o nel sottosuolo, consentono di stoccare in una relativamente piccola superficie elevate quantità di prodotti.
Nel nostro caso si potrà quindi parlare di “cimiteri automatici” e le “unità di carico” da movimentare al loro interno saranno rappresentate dalle bare e dalle urne cinerarie. Queste ultime occuperanno uno spazio decisamente inferiore e saranno quindi più economiche da gestire.
La fase di controllo in entrata prevedrà la verifica delle dimensioni delle unità di carico, che dovranno essere standard e quindi compatibili con le dimensioni delle celle, per cui si può fin d’ora affermare che potranno essere accettate unicamente “isobare”.
Le celle di stoccaggio verranno naturalmente chiamate “loculi”, mentre il controllo dell’identità della bara o dell’urna avrà luogo mediante un apposito “codice a bare”, che verrà assegnato dal sistema di gestione all’unità di carico al momento del suo ingresso nella struttura. Il costo dello spazio occupato, naturalmente, sarà proporzionale alle dimensioni dell’unità di ca-rico stessa ed alla “classe” del defunto.
Come nel caso dei magazzini della Grande Distribuzione, si potranno avere due temperature di stoccaggio, fresco e freddo. Quest’ultimo riguarderà i soli defunti che hanno optato per l’ibernazione della propria salma, ed avrà una temperatura di alcune decine di gradi sotto lo zero.
La logistica che si occuperà dei cimiteri automatici, al contrario di quanto accade negli altri settori, sarà di sola “entrata”, tranne che nei rari casi di morte apparente. Come per tutti i magazzini automatici, le operazioni interne alla struttura di stoccaggio avranno luogo mediante trasportatori guidati dal sistema informatico e senza l’intervento di personale, utilizzando la metodologia della “merce all’uomo”, e non dell’”uomo alla merce” come avviene nel caso delle operazioni di movimentazione che prevedono l’entrata di personale all’interno della struttura stessa.
Si tratta però di un vincolo che potrebbe far fallire in partenza l’idea del cimitero automatico in quanto i defunti, a somiglianza di quanto avviene oggi nei cimiteri tradizionali, non devono essere solamente conservati per un maggiore o minore numero di anni, ma devono poter essere visitati più o meno frequentemente dai parenti, secondo una prassi che può essere definita dei “dolenti ai defunti”. La soluzione vincente, che consente di eliminare il vincolo sopraddetto, è quella di ribaltare tale prassi, trasformandola in “defunti ai dolenti”, utilizzando le tecnologie di movimentazione già esistenti.
I dolenti che si recheranno in visita dovranno entrare in un’apposita cappella, dove inseriranno in un lettore una tessera magnetica con il codice (a bare) del defunto da onorare. L’unità di carico contenente la spoglia mortale verrà fatta arrivare automaticamente entro brevissimo tempo nella cappella, dove potrà essere amorevolmente onorata, anche mediante l’apposizione di omaggi floreali, di lumini o di altri oggetti di pietà forniti dall’organizzazione a prezzi altamente concorrenziali. Al termine, i dolenti dovranno passare alla cassa (non più quella da morto) per il pagamento del costo della visita, che sarà proporzionale al tipo di unità di carico (urna o bara), alla classe del defunto, alla durata della loro permanenza nella cappella ed al valore degli omaggi effettuati.
Come si può vedere, si tratta di un sistema molto rapido e sicuro che consente in breve tempo, magari nell’intervallo tra un acquisto e un altro nel vicino centro commerciale, di rendere il proprio tributo di pietà senza essere costretti a lunghi percorsi all’interno del cimitero, al riparo dalle intemperie e dagli eventuali malintenzionati, che anche all’interno dei luoghi di dolore non mancano mai, senza con questo sminuire il valore dell’atto d’amore. L’acquisto degli omaggi all’interno eviterà tra l’altro il ricorso alle bancarelle che attualmente proliferano all’entrata dei cimiteri e, soprattutto, consentirà di approfittare delle periodiche promozioni commerciali.
Va infine sottolineato il fatto che, con questa soluzione, verrà portato alle estreme conse-guenze il concetto di “client satisfaction”, in quanto nessun “cliente” della struttura sporgerà mai reclami per eventuali disfunzioni.
Non rimane quindi che attendere che amministrazioni pubbliche e/o privati particolarmente illuminati diano seguito a questo originale progetto che, si sottolinea, è stato proposto in modo del tutto disinteressato. Progetto che è sicuramente in grado di risolvere un gravissimo pro-blema, senza peraltro stravolgere le antiche abitudini affettive dei cittadini ma, al contrario, facilitandone la pratica.