Il Gruppo 3M è una società multinazionale fondata nel 1902 a St. Paul, nel Minnesota, che commercializza oltre 50.000 prodotti tra cui i celeberrimi Scotch e Post-it, che quasi ognuno di noi ha a portata di mano sulla propria scrivania.
Sarebbe sicuramente interessante conoscere la gestione logistica e distributiva di questi familiari oggetti, ma forse non tutti sanno che 3M ha costituito recentemente la divisione tecnologica 3M Supply Chain Solutions le cui soluzioni da alcuni mesi stanno addentrandosi nei magazzini italiani migliorandone le prestazioni logistiche.
Siamo andati a Segrate, nella sede di 3M Supply Chain Solutions, per farci spiegare direttamente da Roberto Mercante, Sales & Marketing Operation Manager, e da Michele Palumbo, Solution Architect, quali sono le soluzioni 3M per la gestione del magazzino e della supply chain.
3M Supply Chain Solutions vista da vicino
Roberto Mercante
Come mai 3M è entrata nel mondo dei WMS?
3M entra nel mondo del software per la supply chain per una strategia precisa che nasce da un discorso di piattaforma tecnologica più ampia, infatti è stata creata una divisione all’interno di 3M chiamata Track and Trace nella quale è andata a confluire l’acquisizione nel 2004 di HighJump negli USA che, partendo dal mondo domestico americano, dal 2005 ha iniziato il suo sviluppo internazionale con la denominazione Supply Chain Solutions perché il respiro di queste soluzioni riguarda tutta la catena della Supply Chain dalla produzione alla consegna al cliente.
Qual è il vostro mercato di riferimento?
Il mercato di riferimento non è un mercato verticale.
HighJump e Supply Chain Solutions si rivolgono alla Supply Chain Execution, cioè alla cosiddetta “logistica dalle dita sporche”, vale a dire la logistica di magazzino e di produzione.
Per quanto riguarda il discorso dei mercati, il software è stato implementato in tutti i settori merceologici: dal mondo della produzione, al retail, alla distribuzione, nel food & beverage, nel tessile, eccetera.
Dal 1984, anno di fondazione di HighJump, le referenze sono state principalmente negli USA, ma ad oggi, grazie all’internazionalizzazione stanno diffondendosi anche nell’America Latina, in Europa, nel Far East per un totale di circa 1.300 referenze.
Nel 2005/2006 3M ha portato a termine altre due acquisizioni confluite in Supply Chain Solutions: Pinnacle Distribution per il modulo TMS (Transport Management System) GBG (Global Beverage Group) per la logistica dell’ultimo miglio. Quindi non solo WMS, ma software per gestire tutta la supply chain.
Michele Palumbo
Quali sono le caratteristiche innovative del vostro WMS?
Direi sostanzialmente due:
Possiamo dire che una delle vostre peculiarità è l’assistenza post vendita?
Non solo l’assistenza post vendita ma seguiamo il processo di installazione nella fase iniziale. La possibilità di gestire il cambiamento è il cuore della nostra business proposition sia per consentire l’evoluzione tecnologica del cliente sia per poter rispondere ad esigenze particolari, e questo può essere fatto sia col nostro aiuto sia in completa autonomia da parte del cliente.
Quindi cambiamento e innovazione sono un po’ la vostra bandiera…
Sì, decisamente, e gli oltre 100 anni di storia 3M lo stanno a dimostrare.
Quali sono i principali problemi nell’implementazione di un WMS?
Possiamo parlare di problemi contingenti: ad esempio, per quel che ci riguarda, il fatto di essere un nuovo player in questo settore per noi rappresenta uno svantaggio, perché non siamo immediatamente riconosciuti come un’azienda presente su questo mercato.
Siamo una multinazionale conosciuta per i Post-it, per lo Scotch e per altri prodotti, non sicuramente nel settore della supply chain, benché fra i nostri clienti ci siano colossi come Sony, Bridgestone, Starbucks e via dicendo.
Questo sicuramente per il mercato italiano rappresenta un problema che noi speriamo di superare attraverso una opportuna comunicazione.
L’altro problema, comune a tutti quelli che operano in questo settore, è forse di carattere culturale: ci accorgiamo, parlando con i direttori della logistica, di quanto sia difficile far passare concetti di produttività, di investimento in questo settore ai vertici aziendali.
Questo fatalmente rende il lavoro più difficile perché si vedono tutti i giorni i problemi causati da una inefficiente gestione della supply chain.
Tutto sommato possiamo dire di avere le soluzioni dal punto di vista tecnologico ed organizzativo per affrontare questi problemi, ma non sempre c’è la cultura necessaria per identificarli come tali o con l’opportuna priorità: quindi spesso buone intuizioni vengono vanificate da questo punto di vista.
Esistono progetti pilota in Italia delle vostre implementazioni?
Certamente, abbiamo implementazioni in vari settori. Vorrei citare in modo particolare il WMS installato presso la filiale italiana di una grande multinazionale anglo americana che si chiama Wolseley (l’azienda italiana si chiama Manzardo), originaria di Bolzano ma con il distribution center a Mantova, ed è stata la prima realizzazione in Italia di un WMS.
E’ stato un progetto complesso dal punto di vista organizzativo, perchè realizzato da un team internazionale cui hanno contribuito tutte e due le società, e molto ambizioso, dandosi l’obiettivo di far funzionare in poche settimane un magazzino realizzato ex-novo. Grazie al grandissimo lavoro delle persone di Manzardo, ed alla flessibilità e scalabilità delle nostre soluzioni, non solo si è raggiunto il risultato richiesto, ma si è assistito anche ad una crescita a ritmi vertiginosi delle operazioni.
Sono stato poco tempo fa a visitare il loro magazzino ed è impressionante il numero di nuovi addetti che di settimana in settimana vengono inseriti per sostenere l’incremento di volumi che stanno vedendo: questo a dimostrazione di come con le giuste soluzioni, molto lavoro, molto ingegno e soprattutto grandi idee si possano ottenere risultati anche nell’ambito della supply chain.
Roberto Mercante
In che modo è organizzata la vostra rete distributiva in Italia?
Abbiamo fatto una scelta precisa sin dall’inizio di non utilizzare distribuzione indiretta, ma ci muoviamo direttamente come 3M, quindi, pur avendo un’organizzazione prevalentemente centralizzata in UK, abbiamo delle subsidiaries in molti Paesi del mondo, a partire dall’Italia, Francia, Germania, Belgio, Olanda: cerchiamo di crescere localmente a livello di supporto in tutti questi Paesi.
Come arrivano a voi i clienti? Vi contattano direttamente oppure lavorate in collaborazione con consulenti e/o software house?
Utilizziamo diversi canali: ovviamente i canoni più utilizzati nascono anche dalla cultura che si è portata dagli USA. HighJump in oltre venticinque anni di esperienza ha portato anche il suo modo di generare contatti in Europa e in Italia.
Utilizziamo sicuramente un modo innovativo per avere contatti: un discorso di web, un discorso di testate che utilizzano il web, ed ovviamente poi i nostri partner sono degli altri importanti generatori di contatti.
Questo perché la nostra proposta non si ferma solo al nostro software, ma possiamo fare da system integrator e ovviamente con i nostri alleati questo è molto più facile dal momento che noi non abbiamo tutti gli skills al nostro interno ma ci proponiamo insieme a loro per progetti più complicati ed articolati.
Il direttore della logistica di un’azienda con problemi di gestione del magazzino può richiedervi anche la parte di consulenza e di analisi dei propri problemi oppure si rivolge a voi solo per richiedere la soluzione software?
Dipende. Spesso ci viene chiesto un discorso che parte dall’analisi iniziale: la nostra metodologia prevede strumenti molto accurati per poter fotografare il processo attuale e far capire come può migliorare il ritorno dell’investimento collegato a tale cambio di processo.
In altri casi il discorso è molto più puntuale e abbiamo lavorato in partnership con studi di consulenza proponendo la nostra soluzione.
I nostri principali clienti sono i direttori della logistica ma non solo, anche i direttori dell’information technology.
Abbiamo parlato di direttori della logistica: quali sono i settori da cui provengono maggiormente i vostri clienti? Abbiamo studiato, soprattutto nel contesto della internazionalizzazione del software, dei prodotti per così dire differenziati con diverse soluzioni.
La soluzione storica nasce da un discorso di flessibilità, nasce da un prodotto che fa della adattabilità al processo un vantaggio competitivo: il nostro sistema base permette alle aziende, soprattutto medio grandi, di crescere, accompagnandole nel tempo in cambiamenti di processo sempre abbastanza complicati, anche perché è possibile, tramite il nostro software, poter gestire questi cambiamenti direttamente dal cliente, senza bisogno del nostro intervento.
Stiamo mettendo a punto una strategia anche per le piccole aziende che hanno bisogno di meno flessibilità ma hanno bisogno di software solidi che abbiano un consistente contenuto tecnologico, e abbiamo studiato dei prodotti come WA45 che stiamo commercializzando in questi ultimi mesi che è chiaramente rivolto a realtà più piccole.
Pregi e difetti della squadra di 3M?
Il pregio principale – cominciamo da questi che mi vengono più facili… – è che la squadra di 3M ha fatto la scelta precisa di voler lavorare al proprio interno: esiste lo skill portato dagli Stati Uniti e l’esperienza non è contaminata da alcun tipo di lavoro in esterno ma si basa solo sull’esperienza fatta direttamente dalle persone 3M: questo permette chiaramente di avere delle applicazioni altamente affidabili.
In questo momento si sta lavorando per portare il team a un buon livello numerico a livello locale (mi riferisco in Europa, in Far East e in ogni Paese): questo fa parte del progetto, fa parte dell’internazionalizzazione e ad oggi è un punto su cui 3M si sta impegnando molto.
Il discorso di HighJump è visto all’interno di una divisione strategica più ampia fortemente condivisa negli Stati Uniti e altrettanto sostenuta a livello locale.