La transizione verso modelli di economia circolare sta diventando un driver competitivo per le aziende globali. La pressione dei consumatori verso prodotti sostenibili, unita all’esigenza di ridurre sprechi e costi, sta portando molte organizzazioni a ridisegnare l’intero ciclo di vita dei materiali. Le circular supply chain non si limitano al riciclo: promuovono riutilizzo, rigenerazione, remanufacturing e closed-loop design, creando valore nei processi e migliorando l’efficienza operativa. Questa Top 10 mostra le aziende che stanno guidando il cambiamento attraverso dati concreti, modelli scalabili e innovazioni tangibili.
HP ha integrato la circolarità in modo sistemico, raggiungendo nel 2024 un risultato distintivo: il premio North America Company of the Year per le performance di economia circolare. Dal 2019 ha utilizzato oltre 4 miliardi di libbre di materiali riusati, riciclati o rinnovabili, portando la circolarità dei propri prodotti al 43%, con l’obiettivo di raggiungere il 75% entro il 2033. L’iniziativa più innovativa consiste nell’impiego di ocean-bound plastics, trasformati in componenti come quelli dell’HP EliteBook 1040 G11 recuperando reti da pesca e altre plastiche disperse. Questo approccio riduce la dipendenza da materie prime vergini e genera supply chain resilienti.
La divisione di remanufacturing di Caterpillar è uno dei casi più avanzati di rigenerazione industriale. Il programma Cat Reman recupera componenti a fine vita, li smonta, pulisce e verifica per ricondizionarli allo stato “same-as-new”. Il risultato riduce drasticamente scarti e consumo di risorse, garantendo al contempo prestazioni equivalenti al nuovo. La rigenerazione, supportata da processi di ispezione approfondita, permette di minimizzare il ricorso a materie prime vergini, generando efficienza economica, operativa e ambientale in un unico ciclo.
Apple estende la logica circolare all’intera catena produttiva. Utilizza terre rare riciclate in tutti i magneti, cobalto riciclato nelle batterie e progetta dispositivi pensati per massimizzare recupero e smontabilità. L’energia utilizzata nei processi produttivi proviene interamente da fonti rinnovabili, mentre gli imballaggi sono ottimizzati per ridurre le emissioni. L’iniziativa di trade-in permette ai consumatori di restituire dispositivi usati, alimentando un flusso costante di materiali recuperabili.
Signify integra la circolarità sin dalla fase di design. I prodotti sono riparabili, riutilizzabili, re-stampabili e riciclabili, mentre l’obiettivo aziendale è eliminare completamente i rifiuti da discarica e portare i ricavi circolari al 32% entro il 2025. Oltre all’efficienza energetica intrinseca dei dispositivi, sono disponibili parti sostituibili e firmware aggiornabili, prolungando in modo significativo la vita utile dei prodotti.
Il costruttore francese estende i principi di economia circolare a veicoli e batterie. Con The Future is NEUTRAL, società dedicata alla circolarità dell’automotive, sviluppa materiali riciclati e componenti riusati per un ciclo chiuso. Le batterie dei veicoli elettrici vengono riparate o ricondizionate, mentre quelle a fine vita vengono avviate a processi di recupero avanzato, riducendo il fabbisogno di materiali critici.
Dal 2007 Dell ha raccolto e riciclato 1,3 miliardi di chilogrammi di dispositivi elettronici. Entro il 2030 l’azienda punta a realizzare oltre metà dei prodotti con materiali riciclati, rinnovabili o a basse emissioni. Già oggi il 96,4% del packaging è composto da materiali riciclati o rinnovabili. Il servizio di recupero dei dispositivi consente di trasformare i materiali in nuovi componenti, riducendo significativamente l’impatto complessivo della supply chain.
La circolarità secondo Schneider Electric si basa su tre pilastri: use better, use longer, use again. Il 32% dei prodotti è già realizzato con materiali riciclati e si punta al 50% entro il 2025. L’azienda applica machine learning e GenAI ai processi di manutenzione, permettendo interventi predittivi che migliorano produttività e riducono consumi. La manutenzione digitale consente di estendere la vita degli asset fino al 25%.
Cisco ha raggiunto l’obiettivo del 100% di circolarità nei nuovi prodotti entro il 2025 attraverso una strategia di lunga durata basata su riuso, riparazione e riciclo. Ripensare design e packaging ha permesso di mantenere i materiali in uso più a lungo e minimizzare sprechi. La trasformazione coinvolge l’intera supply chain e favorisce la costruzione di sistemi resilienti.
Pioniera del riuso, Patagonia ha creato nel 2013 il programma Worn Wear, che ripara gratuitamente capi usurati. Dal 2017 ha raccolto oltre 130.000 articoli mantenuti in circolazione grazie alla piattaforma di resale. Il modello integra trade-in, riparazioni e rivendita, offrendo un contributo diretto alla riduzione dei consumi.
IKEA ha posto la circolarità al centro del proprio modello operativo. Nel 2024 ha riacquistato più di 495.000 prodotti usati, inserendoli in un circuito di rivendita attraverso il servizio Buyback. Il gruppo punta a eliminare l’utilizzo di materiali non rinnovabili, adottando un design orientato fin dall’inizio al riuso, riparazione, ricondizionamento e riciclo. Entro il 2030 l’obiettivo è raggiungere un circular fulfilment score del 90%, con almeno metà dei prodotti al 100%.
La classifica mostra un’evoluzione chiara: le aziende più competitive stanno investendo in modelli chiusi, rigenerazione, materiali secondari, manutenzione predittiva e reverse logistics. La circolarità si conferma non solo una leva ambientale, ma un fattore strategico che incide su costi, resilienza e reputazione aziendale.
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