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Federlogistica e Fise Uniport chiedono il supporto dello Stato per investimenti in Cyber security
Per proteggere al meglio le infrastrutture strategiche della logistica, Federlogistica e Fise Uniport hanno chiesto allo Stato sostegni per gli investimenti in Cyber security


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Federlogistica e Fise Uniport chiedono il supporto dello Stato per investimenti in Cyber security

17 Febbraio 2022

La corsa alla digitalizzazione dei processi non porta solo vantaggi ma anche dei rischi.
La smaterializzazione dei documenti e la presenza di database con informazioni delicate (nominativi, orari di carico/scarico, tipologia di prodotti, ecc,) hanno portato le aziende a dover creare dei protocolli di Cyber security sempre più complessi al fine di tutelare queste informazioni.

Al crescere della complessità delle difese crescono anche i costi che le aziende devono sobbarcarsi, investimenti che risultano particolarmente esosi per le aziende più piccole. Per tutelare allo stesso tempo le PMI e i preziosi dati che queste custodiscono Luigi Merlo, Presidente di Federlogistica-Conftrasporto, e Vito Tototrizzo, vicepresidente di Fise Uniport, hanno invocato il supporto delle risorse statati a supporto degli investimenti aziendali in sicurezza informatica.

Pericoli e minacce informatiche per le aziende

Luigi Merlo, presidente di Federlogistica-Conftrasporto, ha dichiarato: “Le risorse del PNRR per la digitalizzazione devono essere impiegate per aiutare le imprese ma anche le Autorità di Sistema Portuale a strutturarsi. È il caso di ricordare che le stesse AdSP si trovano a far fronte a carichi di lavoro rilevanti per la progettazione e l’implementazione delle opere da realizzare; e proprio in questo scenario devono poter contare su sistemi inviolabili, introducendo da subito la figura del cyber manager”.

Vito Totorizzo, vicepresidente di Fise Uniport, ha sottolineato: “C’è sempre una falla dove i pericoli e le minacce informatiche possono insinuarsi. I costi e i danni potenziali sono elevatissimi, soprattutto per i grandi terminal perché anche solo con una piccola o involontaria falla ci si espone a rischi di attacchi rilevanti. Anche semplicemente aprendo un file che non si riteneva preoccupante”.

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