Lavorare in questo periodo, soprattutto nel settore della logistica non è semplice. Alle normali precauzioni in atto per avere un luogo di lavoro sicuro e salubre, in questo periodo di emergenza sanitaria, le aziende sono state chiamate a mettere in atto tanti sistemi a supporto della salute dei lavoratori.
DPI, pulizie programmate, turni scaglionati non bastano a ridurre a zero il rischio di contagio e quindi di dover chiudere la propria azienda.
Un valido strumento che da marzo è entrato in uso in molte aziende è il braccialetto per il distanziamento, un modo per monitorare gli spostamenti e per tutelate i lavoratori.
Uno strumento che però fin da subito a posto due grosse problematiche: la prima legata alla privacy e la seconda relativa allo scoglio tecnologico.
Molti di questi braccialetti infatti si collegano alle app dello smartphone utilizzando il GPS del lavoratore per monitorare gli spostamenti.
Inoltre, non è detto che tutti i lavoratori abbiamo uno smartphone da poter collegare al braccialetto, senza parlare della necessità per il lavoratore di avere un pacchetto dati per il cellulare da utilizzare nelle aree aziendali in cui il Wi-Fi non arriva.
A sopperire a queste problematiche ci ha pensato una start up italiana che ha progettato e realizzato un braccialetto in grado di monitorare gli spostamenti e tracciare i contagi senza bisogno di connessioni e senza doversi collegare allo smartphone.
L’azienda in questione è Dist-i che ha progettato un braccialetto smart in plastica e silicone operativo con un sistema plug & play.