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Supply chain logistica: le sette trasformazioni necessarie per ripartire
Lo studio Randstad Research sugli effetti Covid-19 sul settore della logistica mostra dove investire per ripartire


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Supply chain logistica: le sette trasformazioni necessarie per ripartire

19 Giugno 2020

L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo e il periodo di lockdown che abbiamo appena superato hanno messo in moto una rivoluzione che porterà nel giro di poco tempo a dover ripensare al modo in cui si muove il settore logistico e l’intera supply chain logistica.

Il virus ha fatto emergere i limiti in un settore che per molti anni ha subito una rimodulazione dei costi verso il basso e una crescente concorrenza.
Il modello di business basato sui costi bassi sta mostrando i propri limiti in periodi di stress come quello che abbiamo appena superato, per questo motivo Randstad Research ha realizzato uno studio per analizzare quelli che potrebbero essere i trend futuri della logistica.

L’indagine dal titolo “La logistica nella guerra al virus: le sette nuove direttrici nelle filiere e nel capitale umano” è stata realizzata da Randstad Research in collaborazione con Confetra.
Randstad Research è il centro di ricerca del Gruppo Randstad dedicato al lavoro del futuro che studia quelli che possono essere gli sviluppi dei vari settori economici.

I risultati dell’indagine Randstad Research per una logistica efficiente

Lo studio elaborato ha mostrato come il settore logistico per rimanere competitivo anche in periodo di crisi ha bisogno di essere riformato partendo da due cardini:

  • investimenti in capitale umano
  • investimenti in capitale nel digitale.

L’Italia deve riempire il gap di competenze, soprattutto digitali, con l’estero. Per riuscire in questo le strade da percorre sono due; da un lato puntare ad attrarre le migliori competenze estere dall’altro investire in formazione continua così da migliorare il personale attuale e preparare al meglio i giovani. L’intero settore poi dovrà ripensare completamente, ripartendo dalle basi, al suo modo di fare impresa.

Lo studio Randstad Research ha individuato quali sono le sette trasformazioni necessari per ripartire:

  1. nuovi protocolli di lavoro;
  2. nuove norme di sicurezza;
  3. diversificazione delle fonti e dei canali;
  4. maggiori sinergie fra operatori della filiera;
  5. digitalizzazione; riserve strategiche;
  6. rilocalizzazione e sostenibilità;
  7. resilienza e qualità del capitale umano.

Il rischio per i piccoli operatori logistici di essere vittime dei giganti, la chiave sarà differenziarsi per cogliere tutte le opportunità non colte dai più grandi.

Cosa non ha funzionato nella logistica?

Il settore logistico deve far tesoro di questo periodo andando a intervenire su tutte quelle cose che hanno rappresentato un limite o un vincolo per le operazioni.
Quello che ha insegnato questo periodo è che i costi aumenteranno e non si potrà più puntare sul prezzo al ribasso per fare impresa nel settore logistico.

In questo periodo infatti, emerge da un sondaggio condotto da Randstad Research su un campione di circa 100 fornitori logistici che le maggiori perdite si sono registrate per:

  • mancato bilanciamento dei carichi, con conseguenti viaggi in perdita;
  • la chiusura dei magazzini di destinazione delle merci;
  • l’incertezza dei tempi di percorrenza, la congestione e i blocchi alle frontiere
  • la crisi di liquidità legata ai crediti insoluti.

Per rimanere in questo settore bisognerà ottimizzare tutti quei costi finora non ottimali come il moltiplicarsi di “corse a vuoto” andando a bilanciare carichi di andata e ritorno.

Gli effetti del covid-19 sulla logistica

Come per ogni settore gli effetti del lockdown sono stati disastrosi quello logistico.
Nel periodo più grave della pandemia in Italia il 70% degli operatori logistici nei comparti trasporti e magazzinaggio ha bloccato le attività.
Un blocco che ha significato la totale immobilità per un settore che vive di movimento.
Nel mese successivo al blocco, per quanto riguarda la logistica, ha retto solo l’intermodale del cargo ferroviario che ha mantenuto i volumi di merci movimentate invariati.
La stessa cosa non si può dire del trasporto merci su treno, che nel mese di marzo ha subito una contrazione pari al 50% rispetto al mese di febbraio.

Altri comparti della logistica che hanno subito una forte riduzione sono quello dei voli, che ha avuto una contrazione pari al 40%, e quello del settore marittimo in cui, seppur nel periodo di chiusura abbiamo registrato cali ridotti 10-15%, il calo maggiore dei volumi di traffico si avrà nei prossimi mesi e sarà del 20-30%.
Per quanto riguarda le attività di consegna e la carrieristica il volume degli affari è calato di oltre il 70%. Numeri poco confortanti che sono stati resi noti dal centro di ricerca Randstad Research.





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