Per ridurre l’inquinamento dovuto ai rifiuti alimentati, che spesso hanno un grande impatto ambientale, l’industria 4.0 sta sviluppando, per la conservazione degli alimenti, la produzione di packaging e materiali innovativi a base naturale o derivati da materie prime riciclate.
Le aziende che operano all’interno del settore packaging studiano e promuovono sempre più nuovi tipi di imballaggi sostenibili, in modo da offrire un migliore mantenimento del cibo tagliando, allo stesso tempo, l’inquinamento.
Studi dimostrano che, anche se può sembrare strano, la produzione di rifiuti diminuisce all’aumentare dei packaging monodose.
Questo perché la monodose presuppone un acquisto consapevole e riduce il rischio di scarto dovuto all’inutilizzo dell’alimento acquisto. Le aziende si stanno muovendo in questa direzione: dismettere la produzione di confezioni famiglia e puntare su porzione monodose in packaging eco-sostenibili.
A tal proposito, alcune industrie stanno studiando diverse forme di packaging alimentare innovativo puntando su due caratteristiche: il design, elemento fondamentale per l’imballaggio, e la qualità del materiale.
Molti green packaging, infatti, vengono creati da scarti dell’ortofrutta come, ad esempio, le bucce della frutta.
Si punta molto anche sul packaging attivo ovvero la capacità di interagire con il cibo contenuto all’interno. Packaging in grado, ad esempio, di prolungare in maniera naturale i tempi di conservazione o di fornire informazioni sullo stato di integrità dell’alimento (se ha subito alterazioni di temperatura).
Anche se uno studio realizzato da Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi), dimostra come oltre l’80,6% degli imballaggi, tra plastica, vetro, acciaio, alluminio, carta e legno, ad oggi viene riciclato la lotta contro lo spreco e l’inquinamento non è finita.
Consumare porzioni più piccole e adottare degli imballaggi innovativi ci aiuterà a ridurre gli sprechi.