Il Gruppo Nuveen Real Estate, una delle più grandi società al mondo attiva nella gestione del patrimonio immobiliare con 125 miliardi di dollari di asset under management compresi titoli quotati e oltre 550 impiegati in più di 25 città tra Stati Uniti, Europa e Asia Pacifica, ha svolto un’analisi focalizzata sui trend più rilevanti nell’utilizzo dei Big data per la gestione degli asset immobiliari.
Ogni giorno si sente infatti parlare di Blockchain e Big data, di industria 4.0 e di un nuovo modo, del tutto digitale o quasi, di vivere la quotidianità: per questo il responsabile della sostenibilità di Gruppo Nuveen, Abigail Dean, ha voluto incentrare l’attenzione dell’indagine proprio su quello che è l’uso da parte dei player del settore immobiliare di questi nuovi, fondamentali strumenti.
Basti un dato per capire l’importanza del monitoraggio dei Big data nel settore immobiliare: analizzando costantemente l’uso di energia e acqua si può avere infatti un impatto diretto sull’efficienza degli asset, sull’attrattiva per gli inquilini e, in ultima analisi, sul valore di mercato.
I potenziali risparmi sui costi di gestione sono rilevanti: un proprietario potrebbe potenzialmente ridurre il consumo di energia dal 10 al 20% con poche o nessuna spesa in conto capitale.
Non finisce però tutto qui, perché in futuro l’applicazione dei Big data al Real estate potrà incidere anche di più, consentendo non solo di monitorare i consumi, ma anche di sviluppare un processo decisionale e una gestione attiva automatizzati.
Andiamo però a vedere, uno per uno, i trend attualmente più rilevanti nel campo dei Big data alla gestione immobiliare.
Si parte dagli edifici intelligenti, le cosiddette “smart buildings”.
Con l’utilizzo dei numeri, i proprietari possono rendere le case più confortevoli, più semplici da gestire, più efficienti.
Gli edifici saranno anche in grado di fornire condizioni ottimali per specifici inquilini (ad esempio regolando in modo automatico le temperature degli ambienti quando i sensori rilevano che essi sono occupati).
Vi sono poi le centrali elettriche virtuali, la cui importanza è accentuata dall’aumento della richiesta di energia elettrica.
Diventerà quindi sempre più un valore la possibilità di produrre in loco l’energia, magari rinnovabile, e stoccabile in batterie.
In questo contesto di maggiore attenzione tout-court all’ambiente, Nuveen Real Estate è impegnata nella riduzione del 30% del consumo energetico del proprio portafoglio azionario immobiliare entro il 2030, confrontato con la base di riferimento del 2015.
Il tutto con il fine di migliorare le performance di sostenibilità nel settore immobiliare, contribuendo a mantenere bassi i costi di servizio, ridurre i costi operativi e incrementare l’attrattiva complessiva degli asset.
Edifici intelligenti e centrali elettriche virtuali rendono insieme le città più intelligenti, ma anche con altri accorgimenti.
Alcuni di questi sono i registri digitali, nati da molte iniziative Open data (diari aperti) di diverse autorità locali.
Anche dati di transito, qualità dell’aria, informazioni demografiche e altro ancora sono sempre più disponibili e di comodamente accesso.
I Big data trasformeranno anche il processo di investimento immobiliare, dal momento che grandi quantità di dati potranno essere sfruttati per generare potenziale alfa e per migliorare la gestione del rischio nei portafogli immobiliari.
Con il passare del tempo e la maggiore disponibilità di dati e nuovi strumenti di analisi, anche gli investitori muteranno il proprio comportamento strategico.
Maggiore sarà l’enfasi sui temi dell’efficienza energetica e dei rischi legati all’impatto dei cambiamenti climatici sul settore immobiliare, incorporando anche gli insight che possono essere tratti dai dati nei propri processi di due diligence.
Oltre ai dati, anche lo sviluppo di FinTech e Blockchain contribuiranno a garantire maggiore trasparenza nell’immobiliare come asset class nel lungo termine: entrambi questi strumenti potranno infatti conferire agli immobili più attributi tipici del mercato pubblico, creando dei potenziali registri – accessibili al pubblico e verificati – di attività finanziarie a livello di asset.
In questo modo si potrebbe finalmente colmare il divario presente tra insight e raccomandazioni di investimento.
I dati cambieranno il mondo, così come la velocità di raccolta degli stessi e la loro possibilità di fruizioni attraverso diversi canali, in real time e in mobilità.
È qui dove va rintracciata la vera e propria rivoluzione del mondo immobiliare: il notevole aumento nei volumi, nella varietà, nella velocità e nell’accuratezza dei dati a portata di mano di tutti gli stakeholder immobiliari, compresi gli investitori.
Chi sarà in grado di sviluppare più competenze e le più accurate, sarà colui (o coloro, naturalmente) che sarà in grado di posizionarsi “più in alto”, in una condizione di forza rispetto ai propri competitor.
Anche perché, di fatto, i Big data sono solo una parte di una più ampia trasformazione tecnologica che il settore immobiliare sta attraversando.
In questo, il mondo immobiliare può guardare a molte altre industrie, tutte che hanno già subito rivoluzioni state attraversate con successo, diventando più dinamiche, flessibili e reattive.
Ora l’avvio di questa transizione spetta al settore immobiliare.
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