Un tempo, il costo della forza lavoro era quello che impattava di più sulle spese di un’azienda.
Un passato lontano, almeno a sentire l’Amministratore Delegato di Whirlpool Italia Davide Castiglioni, intervistato dal Corriere della Sera: “Il costo del lavoro non è più la variabile decisiva.
Sulla nostra fascia di mercato contano più le spese di logistica e l’innovazione di processo.
Ecco perché abbiamo riportato la produzione delle lavatrici da incasso dalla Polonia alle Marche”.
Una buona notizia per i lavoratori italiani, che dopo delocalizzazioni a gò-gò ora vedono uno spiraglio di speranza.
“Al di là delle considerazioni politiche, la nostra è una strategia industriale – continua Castiglioni – L’Italia è centrale per tutta l’area Emea.
L’integrazione con Indesit, più difficile di quanto ci aspettassimo, è stata completata.
Ora abbiamo identificato una missione produttiva per ogni stabilimento e questo ci permette di rilanciarci”.
Missione produttiva che “sfrutta” anche la tradizione manifatturiera italiana.
“Nel nostro Paese ci sono una miriade di piccole e medie imprese, subfornitrici, di qualità e affidabilità. Quel che conta sono le piattaforme su cui s’innestano i processi produttivi per la realizzazione degli elettrodomestici.
Evitando gli sprechi sulle linee di prodotto e lavorando sul loro efficientamento energetico”.