L’automazione del lavoro ha fatto sorgere molti interrogativi.
Il primo e più pressante è senza dubbio quello che vede i robot come colpevoli della sostituzione dell’uomo con la macchina.
Esempio plastico di questo concetto è il magazzino di Uniqlo, colosso nipponico dell’abbigliamento, in cui il 90% del lavoro è ormai portato avanti dalle macchine.
Rimanendo ancora in Estremo Oriente, anche Fast Retailing, azienda proprietaria di Uniqlo, sta valutando di effettuare un investimento da 900 milioni di dollari per robotizzare completamente i suoi magazzini. Spostandoci a Ovest, esempio simile è quello di Amazon, i cui magazzini sono fortemente robotizzati.
Insomma, la realtà parla di un paradigma che sta lentamente cambiando, come già avvenuto nei secoli passati durante la rivoluzione industriale.
La polarizzazione uomo-macchina si ripropone con tutti i suoi interrogativi e storture, ma oggi, forse, grazie all’esperienza fatta in passato riusciremo a limitare i danni.
La tecnologia ci solleverà da molte incombenze anche pesanti, ma il fattore umano – e non solo il profitto – deve comunque rimanere centrale.