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Logistica a basse emissioni, ecco cosa chiede l’Europa
In un sondaggio di B2C Europe il 59% degli intervistati sono disposti a introdurre un sistema “vuoto a rendere” per il cartone e la plastica


Logistica Sostenibile

Logistica a basse emissioni, ecco cosa chiede l’Europa

29 Maggio 2018

Ridurre l’impatto ambientale e le emissioni anche nella logistica.
Questa la richiesta che la Commissione Europea avanza agli operatori della logistica e dei trasporti.
Con un nuovo pacchetto di misure per rendere meno inquinante il parco dei veicoli pesanti, l’Europa si pone l’obbiettivo di far calare le emissioni nocive del 15% rispetto ai valori del 2019 e del 30% entro il 2030.
Bruxelles ha proposto anche l’introduzione di un sistema informatico che permetta lo scambio di informazioni digitali nel campo del trasporto merci, con l’obiettivo di ridurre le pratiche amministrative, obbligando le autorità nazionali ad accettare formulari digitali anziché su carta.

Per quanto riguarda, nello specifico la logistica, interessante il sondaggio effettuato dalla società B2C Europe da cui è emerso che ben l’85% degli intervistati, dopo che è stato spiegato loro il diverso impatto di una consegna veloce rispetto ad una più lenta, sarebbe disposto ad attendere fino a 6-8 giorni per ricevere la merce ordinata; il 60% delle persone che hanno partecipato al sondaggio ha inoltre dichiarato che pagherebbe di più pur di aver un metodo di consegna “sostenibile”.

Grande attenzione è riservata anche all’imballaggio, con il 59% degli intervistati disposti a introdurre un sistema sulla falsariga del “vuoto a rendere” per il cartone e la plastica in cui è impacchettata la merce.
Come ha raccontato Andrea Fossa, Fondatore di GreenRouter. It, a Repubblica: “da molti anni seguo la logistica non solo italiana e negli ultimi tre o quattro ho visto una crescente attenzione al tema green sia perché lo chiedono i clienti finali – ovvero i committenti – sia perché si possono valorizzare le tante azioni intraprese per ridurre i consumi, e quindi le emissioni.
Dal rinnovo delle flotte ai corsi di guida “ecologica” degli autisti, dagli investimenti in tecnologia di magazzino al rinnovo degli impianti di refrigerazione, sono molte le iniziative che possono essere intraprese e che alcune aziende stanno già adottando.

La prima esigenza resta però quella di fare cultura: le variabili legate alle emissioni di Co2 non sempre sono così familiari a chi opera nel settore logistico ma lo devono diventare.
E serve formazione e coinvolgimento delle risorse interne”.
Fossa sottolinea però anche come molte grandi aziende italiane stiano lavorando da anni sulla riduzione del loro impatto ambientale.
E questo sta avvenendo anche sui temi “logistici, dove credo che tutte le aziende a forte intensità di trasporto non potranno chiamarsi fuori.
Ho in mente il mondo del retail, del fashion, della produzione che importa/esporta su scala globale specie se sposta grandi volumi fisici e utilizza poco la nave e il treno, le due modalità a minor intensità di carbonio”.





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