La rivoluzione 4.0 nel mondo della logistica ha portato innovazioni, soprattutto tecnologiche, che permettono maggiore efficienza, meno errori, monitoraggio in tempo reale: i pilastri digitali si presentano sotto forma di software dedicati e piattaforme per l’analisi e l’archiviazione dei dati, reti e sensori per la condivisione delle informazioni in tutta la supply chain.
Ma non si tratta unicamente di tecnologie; la rivoluzione è anche organizzativa e strutturale e tende all’integrazione delle diverse fasi.
L’automazione del magazzino rappresenta un passaggio cruciale per il miglioramento della produttività, ma non è il solo.
Fondamentale è la gestione dell’ultimo miglio, per offrire un servizio veloce a basso costo.
Carlo Capè, co-fondatore e amministratore delegato della società di consulenza Bip (Business Integration Partners), sostiene, infatti, che «il must è l’ottimizzazione del processo, il ridisegno in modo integrato del sistema informatico che lo abilita, perché la componente di riduzione dei costi è solo un aspetto di questo cambiamento.
Per portare avanti la trasformazione servono competenze digitali dedicate, occorre aumentare la velocità delle operation e dell’accesso ai dati, migliorare la customer relationship.
Le aziende della logistica che non si adegueranno in fretta alle logiche 4.0 rischiano di rimanere inesorabilmente indietro, perché rappresentano un elemento della catena fondamentale per garantire la qualità del servizio».