In Italia nel 2017 il 6% degli acquisti è stato fatto online.
Nel segmento B2C, il valore dell’e-commerce ha raggiunto un valore di 24 miliardi di euro, di cui 12,2 miliardi per il solo e-commerce di prodotti “fisici” (per intenderci quelli che richiedono un packaging e una logistica), in aumento del 28% rispetto all’anno precedente.
Sono i dati raccolti e pubblicati dall’Osservatorio e-commerce B2C di Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano.
Nonostante le piccole e medie imprese italiane siano ancora ai margini del fenomeno, soprattutto in relazione alla media di paesi come Germania, Francia e Spagna, nello Stivale il numero di compratori su internet è in costante aumento (+10% rispetto al 2016) e nel corso di quest’anno è prevista una crescita ancora più marcata.
Cifre che dimostrano come l’Italia, al netto di qualche resistenza culturale, stia entrando a pie’ pari nell’era dell’e-commerce.
Il crescente peso degli acquisti online sta iniziando ad avere ripercussioni su tutta la filiera logistica, dallo stoccaggio al trasporto, passando per imballaggio e consegne.
Sono soprattutto le vendite online di mobili, prodotti per la casa e oggetti di valore (come orologeria e gioielli di alta gamma) a richiedere soluzioni di deposito, imballaggio e trasporto su misura della merce, anche a livello di sicurezza.
Stesso discorso per i prodotti di abbigliamento, che richiedono un reparto dedicato all’interno del magazzino.
Secondo gli esperti, la trasformazione digitale nel mondo degli acquisti comporta la necessità di gestire i nuovi processi con lo sviluppo di sistemi “intelligenti”, integrando informatica e attività operative, per gestire in modo più efficiente la gestione dei resi.
Un altro elemento caratterizzante della logistica “a misura di e-commerce” è rappresentato dalla crescente automazione del magazzino, per elevare la sua efficienza operativa.
I portoni industriali, grazie all’apertura verticale a scomparsa – una tecnologia utilizzata anche per i portoni sezionali ad uso residenziale – consentono di ottimizzare gli spazi dell’area di stoccaggio e velocizzare le fasi di carico e scarico delle merci.
Senza dimenticare l’automazione interna al magazzino: indicativa in questo senso la politica di Amazon, il colosso dell’e-commerce per antonomasia.
L’azienda di Jeff Bezos, in vista dell’apertura nel prossimo settembre del magazzino di Torrazza Piemonte, in provincia di Torino, ha annunciato il debutto italiano dei robot Kiva.
Si tratta di performanti androidi – già utilizzati in 25 dei 140 centri Amazon sparsi per il mondo – che si spostano agevolmente, sollevando merci e spostando interi scaffali, in base alla programmazione ricevuta.
C’è da scommetterci, presto saranno in azione nei grandi magazzini di tutto il mondo.
Dal magazzino al punto vendita, il passo è breve quando si parla di futuro e digitalizzazione dei processi.
Amazon ha appena aperto a Seattle il suo primo negozio completamente automatizzato.
Si chiama Amazon Go ed è un supermercato senza casse: il cliente entra, prende ciò che gli serve dagli scaffali ed esce, senza mettere mano al portafogli.
I prodotti vengono inseriti automaticamente nel carrello virtuale grazie a un sofisticato software integrato di computer vision e machine learning.
Lo scontrino – e il conto da pagare – arriva via app.
I dipendenti del supermercato non sono cassieri ma assistenti, che consigliano e aiutano a trovare i prodotti desiderati, verificando la maggiore età dei clienti per l’acquisto di alcolici.
A detta degli analisti, considerato il boom dell’e-commerce e la conformazione del tessuto economico italiano, rappresentato da piccole e medie imprese, è sull’automazione tecnologica e l’informatizzazione dei processi operativi che le nostre aziende dovranno investire, per ottimizzare l’intera filiera logistica ed essere competitive su scala internazionale.