Tutti gli esperti sembrano concordare sull’idea che rallentare l’andatura delle navi adibite al trasporto merci sia una soluzione “green”.
Gli analisti di Ce Delft sostengono che se tra il 2018 e il 2030 i natanti diminuissero la propria velocità del 30%, la riduzione delle emissioni di anidride carbonica sarebbe di 2,51 mld di tonnellate, equivalente al 12% del “carbon budget” (ovvero la soglia di inquinamento concessa, inclusa nel protocollo di Kyoto).
Oltre al calo delle emissioni inquinanti, la riduzione della velocità porterebbe anche nuovi posti di lavoro, in particolare nella cantieristica, e permetterebbe una gestione migliore dei traffici sulle rotte commerciali.
L’Imo (International maritime organization) ha fissato per la prossima settimana un incontro per approfondire gli effetti di questa misura e valutarne la messa in atto.
Secondo gli esperti, attuare una regolamentazione comune non sarebbe complicato; potrebbe anche essere prevista una tabella che calcola la velocità ideale sulla base delle caratteristiche delle navi.
Una soluzione più rapida per ridurre le emissioni di CO2 sarebbe l’utilizzo di combustibile verde, ma è più costoso; per questa ragione molti armatori si sono già avvicinati allo slow steaming.