Premessa
Viaggi, auto, finanza, staff di lavoro e contenuti multimediali in streaming.
Secondo DHL saranno questi settori che da soli potranno portare la sharing economy negli Stati Uniti dai 15 miliardi di dollari nel 2014 a 335 miliardi di dollari nel 2025.
Attraverso il report Sharing Economy Logistics Rethinking Logistics with access over ownership, si propone di indagare l’uso delle piattaforme digitali e dei modelli di business costruiti intorno al nuovo paradigma di condivisione di beni come importante opportunità futura per l’industria logistica.
Ma, per raggiungere certi obiettivi, è necessario pensare alle modalità di sviluppo del comparto.
Già in passato c’è stata innovazione per DHL nell’offrire ai privati di rinunciare al bagaglio in stiva per trasportare documenti di spedizione specifici.
Condivisione degli spazi di stoccaggio, valorizzazione di spazi di privati (l’urban discreet warehousing), condivisione degli asset pesanti: queste sono solo alcune delle ipotesi messe in campo dallo studio di DHL società e in via di sperimentazione soprattutto in Germania, centro nevralgico del big della logistica.
Un nuovo modello di consumo
Per molti anni, le attività hanno funzionato in base ad una logica lineare: i produttori producono, i distributori distribuiscono e i clienti acquistano, possedendo i beni per tutta la loro vita utile.
Questo paradigma sta, peòò, cambiando: a partire dal 2008, le persone hanno iniziato a sostenere un nuovo modello di consumo, in cui è preferibile l’accesso temporaneo a beni e servizi rispetto alla proprietà effettiva.
Una nuova generazione di aziende guidate da nativi digitali, che si trovano alla guida di grandi sistemi di approvvigionamento pur possedendo solo l’interfaccia utente mobile, stanno guidando questo significativo cambiamento di valore.
La generazione dei consumatori Millennial (individui nati tra i primi anni ’80 e la metà degli anni ’90) è quella più attivamente impegnata nella sharing economy.
Un sondaggio di Nielsen a livello globale mostra che i Millennial costituiscono anche la fetta più grande di utilizzatori passivi della sharing economy (al 35%): i loro modelli di consumo indicano una minore preferenza per i beni fisici e suggeriscono una maggiore preferenza per le esperienze che offrono un senso comune di appartenenza.
L’utente medio di smartphone, in generale, dispone di 27 applicazioni installate sul proprio smartphone, con alcuni paesi come la Svezia, la Svizzera e la Corea del Sud che raggiungono una media di quasi 40 app per smartphone: tutto ciò da moltiplicare su un bacino d’utenza di circa 3 miliardi di smartphone a livello globale.
“Il concetto di condivisione non è nuovo, ma oggi le persone possono condividere risorse e utilizzare i servizi di condivisione attraverso strumenti tecnologici che si diffondono in modo esponenziale.
Il cambio di paradigma è iniziato con beni di alto valore come stanze in affitto e automobili, ma il concetto sottostante può via via essere applicato a quasi tutto”, afferma Mario Zini, Country Manager Italia di DHL Global Forwarding.
“I fornitori logistici possono trarre vantaggio dalla condivisione delle proprie risorse, ma anche sfruttare questi sviluppi attraverso un utilizzo più conveniente dello spazio di magazzino, di metodi di trasporto e metodi di consegna più efficienti o di modelli flessibili di lavoro.
Fondamentale è, però, garantire responsabilità e trasparenza: poiché spesso gli sviluppi tecnologici viaggiano più veloci di quelli normativi, aziende e autorità devono lavorare insieme per tutelare diritti e garanzie”.
Nella sharing economy, gli utenti individui o organizzazioni hanno accesso temporaneo a un bene, servizio o abilità di qualcun altro e che altrimenti sarebbero inutilizzati.
Non solo questo massimizza il rendimento degli investimenti attraverso un maggiore utilizzo, ma produce anche un nuovo flusso di entrate sotto forma di canoni di locazione per il proprietario del bene.
La condivisione è inoltre un bene per l’ambiente poiché porta a produrre meno risorse che vengono utilizzate più spesso.
I settori di crescita nello sharing e prospettive per la logistica
Pricewaterhouse Coopers ha individuato i cinque settori chiave di condivisione con un potenziale di crescita elevato viaggi, auto, finanza, staff di lavoro e contenuti multimediali in streaming e stima che questi settori, da soli, aumenteranno la portata della sharing economy negli Stati Uniti dai 15 miliardi di dollari nel 2014 a 335 miliardi di dollari nel 2025.
Anche la Cina sta guidando la rivoluzione della sharing economy, con stime che indicano circa 50 milioni di lavoratori in questo settore che servono oltre 500 milioni di consumatori.
Ecco quali sono secondo DHL le sette principali opportunità della sharing economy per gli operatori logistici:
Qui la versione integrale del rapporto.