Lo scorso anno, il numero di cyber attacchi, di tipo DoS e DdoS, è raddoppiato, salendo al 6%. Questo secondo il Rapporto 2017 di NTT Security Global Threat Intelligence (realizzato con l’aiuto di altre società interne come Dimension Data), il quale evidenzia che la causa si troverebbe nell’insufficienza delle misure di sicurezza nei dispositivi IoT connessi.
Entrando nel dettaglio del Rapporto, il 66% degli attacchi registrati (su un campione di 6,2 miliardi di tentati attacchi) era mirato a dispositivi IoT specifici e provenivano da altri dispositivi IoT compromessi, che a loro volta rilevavano e compromettevano altri strumenti simili.
L’impatto di questi attacchi può avere diverse conseguenze, ad esempio ripercussioni sulla supply chain e il negato accesso alle risorse Internet.
Secondo Mark Thomas, Cybersecurity strategist di Dimension Data, “non c’è niente di più dannoso di un attacco DDoS, che sfrutti i dispositivi IoT, grazie al quale i cyber criminali possono compromettere numerosi dispositivi, indipendentemente dalla tipologia”
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Alcuni consigli per proteggersi sia da attacchi di questo tipo che da altri generi di compromissioni di dispositivi sono considerare gli aspetti legati alla cyber security come requisito fondamentale per l’acquisto di dispositivi, liberare risorse finanziarie necessarie per sostituire i dispositivi IoT e OT più vecchi, effettuare assessment periodici delle minacce e delle vulnerabilità e adottare procedure per il tracciamento e la profilatura dei dispositivi connessi alle infrastrutture aziendali.