Dal 15 dicembre ha iniziato ad operare Galileo, l’ambizioso programma europeo di navigazione satellitare, che aumenterà la precisione della geo-localizzazione di 10 volte e permetterà alla nuova generazione di tecnologie basate su questo principio di vedere la luce, generando un indotto di 90 miliardi di euro nell’arco di venti anni.
Galileo è stato sviluppato interamente in Europa per usi civili e si affianca ai sistemi GPS e Glonass, sistemi di posizionamento globale sviluppati rispettivamente negli Stati Uniti d’America e in Russia, fornendo un segnale di posizionamento con un errore inferiore al metro di raggio.
Il sistema si basa su 30 satelliti, in orbita intorno alla terra.
I lanci verranno completati entro il 2020; attualmente i satelliti in orbita sono 18.
Daranno sostegno alle operazioni di emergenza, riducendo ad appena 10 minuti la localizzazione delle persone in difficoltà ovunque nel mondo.
Il nuovo programma di navigazione satellitare servirà anche a migliorare la sincronizzazione delle infrastrutture di telecomunicazione o energetiche.
Inoltre, garantirà al servizio pubblico una rete criptata, da usare nel caso di emergenze terroristiche per esempio.
Dal 2018, tutte le auto vendute in Europa saranno dotate di un collegamento con Galileo.
L’Italia gioca un ruolo significativo nel nuovo programma di navigazione satellitare, non solo attraverso le società Thales Alenia Space e Space Opal, ambedue presenti nel consorzio.
Alcuni dei satelliti che sono già stati mandati in orbita, a una distanza di 23mila chilometri dalla terra, sono stati assemblati al Centro integrazione satelliti di Thales Alenia Space di Roma.