13 Novembre 2019
In un certo senso è come se per diverse aziende, dal punto di vista logistico, sia giunto il momento della verità.
Questo momento topico si divide a mio avviso in due grandi categorie.
La prima categoria è rappresentata da chi negli anni precedenti ha investito, poco o tanto, e ora vuole vedere i frutti di tale investimento.
In questa categoria c’è chi deve mettere mano agli aspetti organizzativi legati al personale operativo, chi deve fare “fine tuning” riguardo all’implementazione di un nuovo software, chi deve mettere a punto i KPI per monitorare le prestazioni della propria logistica.
La seconda categoria, invece, è rappresentata da chi negli scorsi anni non ha investito, perché riteneva inutile “arraggiarsi” o “fare di necessità virtù”.
Per queste aziende la resa dei conti logistica è rappresentata dal mettere mano a quei progetti di miglioramento che negli scorsi anni erano rimasti chiusi nel cassetto a causa di una evidente congiuntura economica generale negativa.
La conseguenza è che (complice il superammortamento) lo scorso anno da diversi cassetti sono usciti un po’ impolverati i progetti di miglioramento accantonati negli anni precedenti.
Questo sdoppiamento ci ha visto quindi coinvolti come consulenti in progetti di natura piuttosto differente l’uno dall’altro, ma ci ha anche consentito, una volta di più, di verificare che la fretta e l’approssimazione nel mestiere del logistico sono assolutamente controproducenti.
Sembra un paradosso, ma la possibilità di fare danni aumenta in modo esponenziale all’aumento della capacità di spesa.
I motivi sono sempre gli stessi: complessità della materia e ampio ventaglio delle possibili soluzioni.
Incamminarsi sul sentiero giusto fin dai primi passi fa quasi sempre la differenza.