13 Febbraio 2019
Da qualche anno i logistici hanno affiancato la parola “Logistica” ad un’altra parola – o meglio espressione – che alcuni utilizzano erroneamente come sinonimo, ovvero: “Supply Chain Management”.
Come la Logistica è gestione unitaria di flussi all’interno di una azienda, così il Supply Chain Management è gestione unitaria di flussi lungo un’intera filiera produttivo-distributiva.
La logica innovativa che sta alla base di questa “estensione”, pensata da individui ed aziende che credevano e credono più di altri alla leva competitiva della “vecchia logistica”, è la seguente: se il gestire in modo razionale ed integrato i flussi fisici all’interno delle aziende ha prodotto tanti vantaggi – e per di più con poca spesa – quanto maggiori potranno essere i risparmi che deriveranno dal “portar fuori” dall’azienda questo stesso concetto?
Se l’intero flusso è affidato ad un’unica mente, questi non svolgerebbe mai attività inutili, doppie, senza alcun valore aggiunto.
Il discorso non fa una grinza.
E non c’è logistico che non concordi con simili affermazioni, ma ciò non toglie che, se analizziamo obiettivamente questo concetto, non possono non sorgere alcuni piccoli-grandi interrogativi:
La questione non è banale, e infatti è ancora aperta: c’è ancora molto da sperimentare e nessuno, probabilmente, è in grado oggi di proporre soluzioni sicure, collaudate, men che meno standardizzate.
In sostanza, un conto è la teoria e un conto è la pratica; la validità del concetto non è comunque in discussione!
Bisogna crederci e lavorarci!