26 Aprile 2018
Lo stoccaggio e il picking sono le aree operative più importanti all’interno di un magazzino, sia in termini di superficie occupata, sia dal punto di vista delle risorse coinvolte.
Lo stoccaggio è l’area dove vengono gestite le scorte, quindi è l’area del magazzino che occupa la superficie maggiore.
Dato che lo spazio costa molto, soprattutto in Italia e in paesi dove i terreni disponibili scarseggiano, uno degli obiettivi da raggiungere quando si progetta un’area di stoccaggio è quello di cercare di contenere il più possibile la superficie occupata.
Questo obbliga alla scelta di sistemi il più possibile intensivi, ovvero quelli che presentano un elevato rapporto tra il volume della merce stoccata e le superficie occupata.
Tali sistemi sono caratterizzati da corridoi stretti e altezza elevata, per uno sfruttamento massimo del volume disponibile.
Gli obiettivi del picking purtroppo sono molto diversi dagli obiettivi dello stoccaggio.
Mentre nello stoccaggio è importante risparmiare spazio, nel picking l’obiettivo è quello di evadere gli ordini nel modo più rapido possibile.
Questo si traduce in percorsi brevi (quindi tanti materiali diversi in poco spazio e di conseguenza basse quantità per ogni codice gestito), altezza limitata (i mezzi di movimentazione sono molto più lenti ad alzarsi che a traslare), corridoi larghi (per evadere in fretta un ordine non posso permettermi di avere corridoi bloccati da altri operatori).
In sintesi, mentre lo stoccaggio ha obiettivi connessi allo sfruttamento dello spazio, il picking ha obiettivi legati al livello di servizio e al rispetto dei tempi di evasione degli ordini.
Quanto più questi obiettivi sono esasperati e sfidanti, tanto più è necessario prevedere aree di stoccaggio e picking distinte anche fisicamente: un magazzino non può essere contemporaneamente alto e basso, oppure avere al tempo stesso corridoi larghi o stretti.