27 Febbraio 2019
In molti casi i progetti logistici relativi a nuovi siti produttivi o a nuovi magazzini devono essere sviluppati tenendo conto di fabbricati già esistenti, con i relativi vincoli di forma, dimensioni, altezza, maglia dei pilastri, ecc.
In alcuni casi “privilegiati” tuttavia, si ha la fortuna di poter partire dal “prato verde”, quindi credo sia importante sfruttare questa opportunità nel migliore dei modi.
Ragionando “a freddo”, imprenditori, manager, progettisti, si trovano tutti concordi nel ritenere che l’approccio ideale per progettare e realizzare un nuovo sito industriale, e non villette a schiera o centri direzionali, sia di cominciare a capire quali funzioni il nostro magazzino o il nostro stabilimento produttivo debba svolgere.
In sostanza, significa individuare quali siano i processi principali, quali tecnologie saranno impiegate, quali spazi saranno necessari e quale sarà il layout, per procedere solo in un secondo tempo a definire le caratteristiche del fabbricato o dei fabbricati: in sintesi, definire prima il contenuto e poi il contenitore.
Nella realtà, purtroppo, accade esattamente il contrario: ovvero si progetta, e in molti casi addirittura si costruisce il fabbricato; quindi, si cerca di sistemarci dentro nel miglior modo possibile tutto quanto servirà al nostro sito per funzionare: scaffalature, linee produttive, macchinari, impianti.
Seguendo questo iter, nella migliore delle ipotesi il risultato è un impianto non ottimizzato, con flussi complicati, ergonomia e sicurezza discutibili, aree operative importanti penalizzate a discapito di aree secondarie dove si assiste invece a sprechi di spazio e di volume.
Alcuni classici tristemente noti in progetti di questo tipo sono: