20 Giugno 2018
Costruiamo un nuovo magazzino o rimaniamo dove siamo?
Ci espandiamo all’interno dell’area di produzione o affittiamo una nuova area all’esterno?
Duplichiamo i magazzini per espanderci al Sud?
Chiudiamo i depositi periferici e spediamo tutto dal magazzino centralizzato?
Utilizziamo i transit point dei corrieri?
Queste sono alcune delle domande cui si trova a dover rispondere chi, in azienda, ha l’oneroso compito di decidere circa il numero e l’ubicazione dei magazzini all’interno di una rete logistica.
Si tratta di un tema strategico per qualsiasi azienda.
I vantaggi che si ottengono da un magazzino possono essere di tipo economico e di servizio.
Si parla di vantaggi perché, in un sistema logistico, non dovrebbero esservi magazzini, se non giustificati in termini di valore aggiunto.
Il valore aggiunto dal magazzino viene prodotto quando i costi logistici globali vengono ridotti in virtù della sua presenza.
Ogni volta che sono possibili riduzioni dei costi totali, il magazzino è giustificato da un punto di vista economico.
Una rete distributiva si caratterizza per due tipologie principali di magazzino.
1. Raggruppamento:
Il magazzino riceve e raggruppa in un’unica spedizione i prodotti diversi destinati ad un particolare cliente.
Il raggruppamento riduce i costi di trasporto e quelli di ricezione del cliente.
La funzione fondamentale offerta dal raggruppamento è la riunione, in un’unica spedizione, di piccoli ordini diretti a un’area di mercato o a un cliente specifico.
I magazzini di raggruppamento possono servire una sola azienda, oppure più aziende.
2. Smistamento:
Lo smistamento consiste nella separazione dei singoli ordini e nell’organizzazione delle consegne locali a valle di un trasporto lungo di ordini raggruppati.
Usando magazzini locali di smistamento, si incrementa il raggruppamento nei trasporti primari e si riduce la difficoltà di controllare piccole spedizioni dirette a una determinata area di mercato.