13 Giugno 2011
Prendi 100 manager, rinchiudili in una stanza e fatti dire se e come misurano le prestazioni della logistica nelle loro aziende.
E’ più o meno quello che abbiamo fatto lo scorso 20 aprile a Salsomaggiore Terme in occasione del Convegno organizzato da Logisticamente dal titolo “L’impresa della logistica“.
Avevamo a disposizione tante persone, tutti addetti ai lavori, di tante aziende diverse per settore merceologico ed appartenenti sia ai comparti produttivi sia commerciali sia dei servizi logistici; non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione.
Erano tutti convenuti per ascoltare, fra l’altro, le ultime novità sull’argomento logistico “del giorno”: gli indicatori di prestazione logistica (i famosi KPI), ed al termine della giornata abbiamo deciso di fare un piccolo ma interessantissimo sondaggio.
Hanno risposto in 100 a queste sei domande:
I quesiti erano stati stabiliti per cercare di comprendere se, quanto e come la logistica venisse misurata nelle aziende, e se si avesse più attenzione nella misurazione del servizio al cliente che viene fornito o ai costi logistici (scorte magazzino e trasporti) sostenuti.
Il tutto non è stato organizzato con la pretesa di effettuare una vera e propria indagine, ma semplicemente per ottenere qualche informazione da commentare fra gli addetti ai lavori ed animare il dibattito.
Nelle righe che seguono vi riassumo i principali risultati ottenuti e qualche mio commento sugli stessi.
Alla prima domanda solo il 35% degli interpellati risponde “Sì, unico e ben strutturato”.
Si tratta di una percentuale a mio avviso molto bassa.
Se penso a quanto si parla di logistica nelle aziende e a quante soluzioni alternative si considerano, se tutto questo tempo viene impiegato a ragionare sulle parole e non sui numeri …mi preoccupo un poco!
Commento analogo posso fare osservando le risposte alla seconda e terza domanda.
Il 90% circa risponde di misurare il servizio fornito ai clienti, ma solo il 40% lo fa utilizzando opportuni indicatori.
Quindi anche qui mi sembra si ascoltino troppe chiacchiere (da clienti, collaboratori, fornitori, ecc.), ma si pensi poco ad oggettivare la questione con numeri poco discutibili.
Se consideriamo le risposte relative alle domande 4, 5, 6, e quindi a quelle relative alla misurazione dei principali costi logistici, le cose non migliorano, anzi: solo il 29% dichiara di calcolare periodicamente la rotazione delle scorte e le rotture di stock; solo il 30% dichiara di calcolare il numero di righe prelevate per ora e per addetto in magazzino ed il numero di errori commessi; solo il 20% calcola la saturazione dei mezzi di trasporto ed il costo chilometrico sostenuto.
In sostanza solo un terzo circa degli intervistati sa se le sue scorte sono ben dimensionate, se il suo magazzino funziona bene, se i suoi trasporti sono efficienti.
Se il campione di aziende del nostro piccolo sondaggio fosse rappresentativo del nostro sistema industriale e commerciale dovremmo concludere che:
Speriamo di esserci sbagliati!
Comunque sia, credo che i logistici che tengono alla loro professione debbano fare un esame di coscienza ed un (eventuale) sforzo per migliorare: lasciare la logistica nell’incertezza delle parole e delle sensazioni e rinunciare all’oggettività dei numeri magari aiuta a difendersi e a non essere troppo responsabilizzati, ma sicuramente non aiuta la logistica a diventare importante e le aziende che potrebbero fare buona logistica a diventare più competitive.