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Lean Warehousing: dove ci porterà? - Logisticamente

Da lean production a lean warehousing: partecipa al convegno gratuito Logisticamente.




8 Ottobre 2012

Lean Warehousing: dove ci porterà?

La filosofia lean si è affermata nel mondo produttivo da oltre trent’anni.
Gli ottimi risultati ottenuti da molte aziende che l’hanno adottata ed applicata hanno indotto imprenditori e manager ad estenderla anche in altre aree aziendali quali la progettazione (lean design) e i servizi (lean service).

Fino a pochissimo tempo i magazzini ne erano stati esentati, ma da quando la logistica è stata universalmente identificata come funzione ad elevato impatto sui costi aziendali e sul servizio al cliente, la lean production si è trasformata anche in lean warehousing.

Per identificarlo i giapponesi hanno coniato anche un termine particolare che sottolinea l’esigenza dell’automazione finalizzata a ridurre gli sforzi degli operatori, aumentare la velocità di esecuzione, ridurre gli errori: Jidoka, che in Occidente qualche studioso di discipline aziendali ha tradotto anche con il termine “autonomation”.

Applicare il lean warehousing significa, in sostanza, perseguire l’ottimizzazione della giusta sinergia tra uomo e macchina in modo che il lavoro fisico a scarso valore aggiunto venga demandato alle automazioni e l’uomo assuma il ruolo di controllore e responsabile delle prestazioni.

Fin qui, in breve, la teoria.
Ma dove ci porterà (o dove potrebbe portarci) tutto ciò? Come potrebbe concretamente cambiare il sistema logistico delle aziende?

Io credo ci si debbano attendere cambiamenti significativi sia a livello di “warehousing vero e proprio”, e quindi a livello di material handling e dei processi che collegano e coinvolgono produzione e magazzino, sia a livello di supply chain, e quindi dei processi e delle soluzioni che collegano il magazzino al mercato.

Per quanto riguarda il “warehousing vero e proprio” credo che vedremo affermarsi:

  • soluzioni più automatizzate ma al contempo più leggere, flessibili e intelligenti di un tempo;
  • soluzioni che consentono di ridurre le attese dei prodotti che seguono le varie fasi del processo, dall’accettazione, allo stoccaggio, al picking fino alla spedizione;
  • soluzioni che consentono di razionalizzare i percorsi e i trasferimenti del materiale ed eliminare le attività manuali ripetute;
  • soluzioni che consentono di velocizzare alcuni processi aumentando contemporaneamente il livello di qualità e riducendo le probabilità di errore;
  • soluzioni che consentono il controllo perfetto delle scorte e l’eliminazione dei disallineamenti tra la giacenza fisica e quella contabile;
  • soluzioni per la dematerializzazione delle informazioni.


Per quanto riguarda invece la supply chain, credo dovremo considerare in futuro con maggiore attenzione soluzioni di quella che potremo anche chiamare “lean outsourcing” (forse nei prossimi mesi ed anni verranno coniate espressioni migliori).Sto pensando a catene e reti distributive semplici e semplificate soprattutto relativamente al numero dei nodi.

Sto pensando a supply chain in cui si evidenziano un’integrazione e una collaborazione forte fra produzione e distribuzione.

Sto pensando ad un outsourcing veramente integrato e rafforzato dal fatto che il canale, e quindi sia il produttore sia il distributore, abbiano affidato la loro logistica ad un unico partner logistico.

Sto pensando ad un vero supply chain management.

P.S.
Logisticamente, in collaborazione con Unione Parmense degli Industriali e AILOG, organizza per il prossimo 24 ottobre a Salsomaggiore Terme (PR) un convegno gratuito dal titolo “Lean Warehousing: utile e possibile“.

Si tratta di un’ottima occasione per comprendere come sia utile e possibile applicare la filosofia della lean production anche alla funzione logistica.