27 Giugno 2018
di Stefano Bianchi
In magazzino si utilizzano parametri “fisici”, come i volumi e i movimenti.
L’indice di rotazione che serve al nostro magazzino è quindi quello espresso dal rapporto tra un flusso in uscita e una giacenza media.
Ma questo indice è davvero affidabile per decidere dove ubicare un articolo?
Consideriamo un articolo che viene spedito poche volte in un anno, ma ogni volta in grandi quantità. L’indice di rotazione assumerà un valore elevato, ma siamo certi che questo articolo meriti un’ubicazione di magazzino pregiata?
La risposta è “no”.
Per decidere in merito alle ubicazioni, ovvero alla mappatura di un magazzino, è molto più significativo riferirsi al numero di movimenti di ogni singolo articolo.
Non ci interessa l’indice di rotazione, ma bensì quanto di frequente un articolo viene prelevato.
A questo punto, le posizioni pregiate verranno riservate agli articoli con più elevata frequenza di prelievo.
Definire la mappatura di un magazzino non è banale, perché – oltre ai movimenti – occorre considerare diversi parametri e differenti criteri.
Si tratta di un processo lungo e non particolarmente divertente, nel quale la complessità è proporzionale al numero di articoli presenti e alla loro eterogeneità dal punto di vista delle caratteristiche fisiche.
Una buona mappatura migliora l’efficienza del picking, e quindi dell’intero magazzino, e va mantenuta nel tempo.
E se affido la mappatura a un software?
Purtroppo non è possibile: il WMS (Warehouse Management System) non risolve di suo il problema della mappatura, ma certo aiuta a ricavare informazioni utili per gestirla.
L’indice di rotazione non mi ha fatto nulla di male: se calcolato in maniera corretta è senza dubbio un indicatore utile, soprattutto per quanto riguarda le analisi relative alla gestione delle scorte.
Ma per la mappatura di magazzino lasciamolo da parte: c’è di meglio.