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Conoscere per innovare. - Logisticamente

Conoscere per innovare. Outsourcing, pianificazione, previsioni, picking, organizzazione del magazzino, ottimizzazione trasporti... sempre più spesso mi capita di osservare che gli argomenti di discussione dei logistici sono pressoché gli stessi da diversi anni a questa parte.




10 Dicembre 2012

Conoscere per innovare.

Outsourcing, pianificazione, previsioni, picking, organizzazione del magazzino, ottimizzazione trasporti… sempre più spesso mi capita di osservare che gli argomenti di discussione dei logistici sono pressoché gli stessi da diversi anni a questa parte.

Nelle riunioni in azienda, ai corsi di formazione, ai convegni o in qualsiasi altra occasione di confronto, i manager parlano sempre delle stesse cose; magari le chiamano con termini diversi e nuovi, ma la sostanza è quella vecchia.

Scorte alte, costi di trasporto che sfuggono al controllo, tariffe, magazzino piccolo o grande, spazio, consegne non puntuali… anche i problemi che le aziende sono chiamate a risolvere ogni giorno per rimanere sul mercato sono spesso problemi “già visti”.
Problemi a volte risolti, a volte irrisolti, ma comunque problemi che già hanno avuto per qualcuno una soluzione.

Perché accade questo? Perché le aziende sembrano ripetere ciclicamente lo stesso cammino disperdendo risorse nella ricerca di soluzioni già esplorate qualche anno prima magari anche all’interno della stessa azienda?

E’ vero che “fare e rifare è sempre lavorare”; è vero anche che i mercati e le situazioni cambiano e che quindi le aziende devono continuamente ri-adattarsi; è altrettanto vero però che ricominciare sempre tutto da capo compromette sicuramente le capacità di crescita di qualsiasi tipo di organizzazione.

Io credo che la risposta a tutto ciò sia da ricercare nel valore delle persone (che poi costituiscono le aziende) e nel loro modo di concepire il valore della conoscenza, dell’esperienza, dell’apprendimento.
In azienda accade spesso di rifare lo stesso progetto con persone nuove che sembrano non avere imparato nulla da coloro che li hanno preceduti nello stesso ruolo.

Uno dei più comuni atteggiamenti dei manager oggi, è “azzerare la situazione attuale e ricominciare”.
Si tratta in fondo di una scelta opportunistica (mettere in evidenza il proprio ruolo decisivo) o, peggio, presuntuosa e figlia di un’ignoranza di base della materia e del contesto aziendale.

Una posizione che si limita al classico “le aziende ed il mondo sono cambiate, quello che andava bene una volta oggi non serve a nulla” è una posizione a mio avviso perdente.
Un contesto economico turbolento richiede innovazione, ma quest’ultima difficilmente si presenta “per caso” o “per intuizione” senza una solida base di conoscenza.

Se ci fate caso le soluzioni logistiche più performanti come l’automazione leggera e flessibile in magazzino o i modelli di outsourcing più evoluti nascono da persone o in aziende che si sono confrontate in passato con le scaffalature tradizionali, con la logistica fatta in casa, con i traslo-elevatori di prima generazione.

Oggi parliamo molto di filosofia “lean” da applicare sia in produzione che in magazzino.
Uno dei pilastri (in ambito gestione scorte) del “lean”, è il “just in time”, un concetto del quale, fra l’altro, abbiamo discusso abbondantemente una decina di anni fa.
Ebbene, come è possibile apprezzare ed applicare convenientemente questa metodologia senza sapere in cosa si differenzia dal “MRP” (material requirement planning) e dal “EOQ” (economic order quantity) che lo hanno preceduto?

Io credo che per generare vero progresso e vera competitività sia, per un azienda, assolutamente necessario capitalizzare lo sforzo delle persone che, magari sbagliando, hanno sperimentato in quell’azienda, in passato, soluzioni o anche semplici processi decisionali.

Ci sono eccezioni (quelle che confermano la regola), ma in genere la vera innovazione, quella apportatrice di valori indiscussi e di competitività, ha le radici nella conoscenza; e la conoscenza, in azienda, la portano e la trasmettono le persone di esperienza o le persone, senza esperienza, che hanno saputo imparare dalle persone di esperienza che le hanno precedute e magari “accompagnate” nei primi incarichi lavorativi.

Guardatevi intorno! Domandatevi chi ha avuto, nella vostra azienda, l’ultima buona idea.
Sono certo che molti di voi si daranno una risposta pensando ad una persona di una certa età o ad una persona giovane che ha avuto un maestro di una certa età.
Buona conoscenza a tutti.