Questo sito richiede JavaScript per funzionare correttamente. Si prega di abilitare JavaScript nel browser e ricaricare la pagina.
Una guida per esportare alimenti made in Italy negli Usa
Regole sempre più ferree: DHL propone un vademecum


16 Maggio 2018

Una guida per esportare alimenti made in Italy negli Usa

Un bacino sempre più vasto ma ancora del tutto non esplorato, quello che coinvolge gli Stati Uniti e la possibilità di diventare i maggiori destinatari delle aziende alimentari italiane.
Quattro miliardi sono infatti i consumi dei prodotti alimentari della nostra Nazione negli Usa, aumentati al 6% nel 2017, secondo le stime Coldiretti.
Gli Stati Uniti si classificano quindi al terzo posto – al seguito di Germania e Francia – come acquirenti e consumatori di food marchiato Italy.

Sempre più oggetto di attenzione, il food e la gestione della logistica e del trasporto degli alimenti saranno trattati all’interno del Workshop “Logisticamente Particolari“, in programma l’8 giugno a Correggio (Re).

Sulla base di queste premesse, DHL Global Forwarding ha diffuso un vademecum il cui scopo principale è quello di informare i potenziali produttori in merito alle regole per esportare oltre Oceano.
La Food and Drug Administration è un’agenzia governativa americana il cui compito è quello di emanare norme che regolino la vendita dei prodotti stranieri su suolo americano e quello di notificarne le spedizioni.
Dal 12 dicembre 2013, le aziende produttrici di alimenti sono obbligate a registrarsi presso la FDA ed ottenerne un numero.
L’omissione di questo passaggio costituirà automaticamente l’inserimento dell’azienda nella Black List e l’interdizione dall’esportazione negli Usa.
Anche la Food Safety Modernization Act impone obblighi alle imprese. Tutte le aziende registrate alla FDA, da settembre 2016, dovranno adattarsi alle novità di legge: adottare un sistema di gestione alimentare (Preventive controls & Standards for produce safety).





A proposito di Direttamente dalle Aziende