(Comunicato stampa)
Un’accurata attività di rebranding per puntare a un nuovo posizionamento nella GDO e per avviare un percorso di brand awareness verso i consumatori finali.
È con questa strategia che Cedior, azienda italiana attiva nella selezione e distribuzione di prodotti ortofrutticoli, investe su Elisir, il marchio con il quale porta frutta e verdura di qualità sulle tavole degli italiani.
Il restyling del marchio, il conseguente redesign del packaging, lo sviluppo del nuovo sito web, la comunicazione social su Facebook e Instagram: tutto è stato studiato per avvicinare il marchio ai consumatori e creare con essi un legame ancora più stretto.
Un percorso di rafforzamento della marca che comprende anche l’ideazione di un nuovo pay-off, l’Orto dei Cugini, a cui è affidato il compito di esprimere i valori fondanti di Elisir: esperienza, tradizione, famiglia, ricerca e selezione.
Il rebranding è stato sviluppato coniugando uno stile grafico pulito e rassicurante a un tone of voice empatico e familiare, capace di instaurare un dialogo autentico con il consumatore.
Grazie a collaborazioni inossidabili e durature con i produttori più affidabili, Cedior può contare sul reperimento della migliore frutta e verdura proveniente dai Paesi in cui è più radicata e riconosciuta la cultura delle coltivazioni ortofrutticole di qualità.
Una condizione, questa, che le permette oggi di proporre con coerenza il nuovo posizionamento del marchio Elisir, come emblema dell’orto di una famiglia di imprenditori giunti oggi alla seconda generazione; un orto che, come indica il manifesto del marchio, è senza confini né pregiudizi e sempre alla ricerca della qualità.
Gianluigi Cugini, CEO dell’azienda, ha dichiarato: “Puntiamo a trasformare Elisir in una marca che il consumatore scelga e riconosca come sinonimo di qualità, caratteristica che costantemente ricerchiamo, selezionando le migliori produzioni di ortofrutta.
Amiamo definirci un orto diffuso, non un semplice campo, ovvero un luogo in cui si opera guidati dalla cura per la freschezza e la genuinità.”