In collaborazione con l’Avv. Giorgio Scherini, Partner di Lexellent
L’Istituto Nazionale del Lavoro si sta interessando al settore degli autotrasporti da oramai diversi mesi, in maniera del tutto incomprensibile.
L’ente si è focalizzato sul metodo di compilazione del Libro Unico Lavoro (L.U.L.) dove l’azienda è tenuta per Legge ad indicare mensilmente la presenza o l’assenza al lavoro del dipendente.
La modalità ad oggi seguita nella compilazione del LUL per il settore autotrasporto, consiste nell’indicazione della sola Presenza o Assenza del lavoratore (indicata con le lettere P e A) senza riferimento al numero esatto di ore lavorate, questo in base alla peculiarità del lavoro mobile degli autisti che sono considerati discontinui secondo la normativa vigente.
Esiste per questo settore anche la possibilità di forfettizzare, sulla base degli accordi collettivi nazionali e aziendali, i tempi di lavoro straordinario.
Sempre più frequentemente le ispezioni dell’I.N.L. stanno contestando questa modalità di compilazione sostenendo la necessità di indicare anche l’orario di lavoro giornaliero, questo nonostante l’impianto normativo non sia mai stato modificato sin dalla stessa introduzione del Libro Unico.
Nel mondo degli autotrasportatori questo approccio sta determinando un elevato grado di incertezza generale, del tutto ingiustificato, oltre ad un conseguente incremento significativo del contenzioso verso l’ente stesso, destinato tuttavia a soccombere a fronte di un quadro normativo chiaro e che non si presta ad interpretazioni o forzature.
Alle aziende del comparto, indecise su quale metodologia utilizzare in questo momento, si consiglia di continuare a mantenere l’annotazione generale della sola presenza, questo anche a fronte delle elevante difficoltà a tracciare diversamente la prestazione lavorativa del dipendente–autista.