“La sostenibilità della supply chain è importante sotto due profili: quello ambientale e quello sociale.
Per quanto riguarda il primo, tutelare l’ambiente contenendo sia i consumi sia le emissioni di carbonio è oggi una responsabilità precisa dei logistici prescritta dalle normative comunitarie.
Dal secondo punto di vista, invece, il concetto di sostenibilità è fondato sul rispetto delle persone, delle loro condizioni di lavoro e di vita, e quindi sulla necessità che logistici responsabili acquistino e controllino l’eticità di tutta la filiera produttiva delle merci che movimentano.
Un terzo elemento che conferisce importanza alla sostenibilità della supply chain è l’aumento di valore che le imprese sostenibili acquisiscono“.
Con queste parole Paolo Bisogni, presidente AILOG, ha aperto ieri 24 giugno a Milano il Convegno “Differenziare, Migliorare, Proteggere: la Sostenibilità nella Supply Chain”, organizzato presso la sede dell’Università Cattolica in collaborazione con ADACI (Associazione Italiana Acquisti e Supply Management) e ALTIS (Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore).
“C’è un’aspettativa esplicita – ha proseguito Paolo Bisogni – in termini di efficienza energetica, che può essere soddisfatta solo lavorando sui processi, sviluppando la collaborazione tra aziende, per saturare i carichi e ottimizzare la gestione di trasporti e magazzini“.
“A volte il marketing viaggia più veloce della supply chain – ha aggiunto Renzo Zarantonello, presidente nazionale ADACI – trascurando alcuni aspetti di controllo sulla filiera produttiva, ma la sostenibilità è un investimento di lungo periodo che porterà vantaggi che vanno al di là del breve periodo.
Il problema è anche culturale, in quanto dobbiamo essere tutti noi a tenere in considerazione determinati valori nel momento in cui acquistiamo un prodotto finito ma anche un componente industriale”.
Al convegno ha partecipato anche Alfonz Antoni, vice presidente ELA (Associazione Europea di Logistica): “Gli obiettivi sono impegnativi e i tempi per raggiungerli molto stretti: entro il 2020, per evitare che la temperatura terrestre aumenti di 2°C, occorre ridurre del 30% le emissioni di CO2, e in questo i trasporti incidono nella misura del 15%”.
Sono stati anche presentati i risultati di una ricerca, illustrata da Laura Maria Ferri (Università Cattolica), volta ad analizzare l’impegno delle imprese nella gestione sostenibile della supply chain.
“L’indagine – ha commentato Paolo Bisogni – ha focalizzato l’attenzione sulle azioni concretamente realizzate e sugli strumenti adottati più che sulle politiche dichiarate.
L’interesse suscitato è stato confermato dalla partecipazione al progetto di oltre 300 imprese, grazie alla disponibilità dei rispettivi manager responsabili di acquisti, logistica e Supply Chain”.
Al convegno hanno preso parte anche Luca Marconcini, logistics manager di Brembo, e Nevio Benetello, vicepresidente ADACI.