Premessa
Abbiamo chiesto a Paolo Bisogni, presidente AILOG e chairman della sessione mattutina del convegno, di introdurci questo tema, con qualche anticipazione su ciò che ascolteremo il 24 ottobre.
“La filosofia lean – spiega Bisogni – nasce nel mondo della produzione automobilistica, in casa Toyota con l’ingegnere Taiichi Ohno negli anni 50-60.
La paternità ha quindi un ambito assolutamente preciso che è quello dell’automobilismo“, infatti Taiichi Ohno ha per primo attuato il sistema di produzione Toyota Production System noto come Lean production, in italiano “produzione snella“.
Questo concetto, di ridurre il più possibile i costi e gli sprechi, si basa sulle logiche di Pull e Just in time, che vengono ampliate i rivisitate.
Gli sprechi possono essere di diversi tipi, come quelli di materie prime e di prodotti difettosi, ma anche sprechi dovuti ai tempi morti, a trasporti inutili, a giacenze in magazzino inutilizzate.
Con l’avvento della filosofia just in time si è passati dalla logica push alla logica pull, ovvero producendo soltanto quei prodotti che sono già in vendita o lo saranno in tempi brevi.
Questa metodologia venne adottata negli anni cinquanta in Giappone dalla Toyota Motor Corporation.
Successivamente tale filosofia si è diffusa in Occidente, ma con delle sostanziali differenze tra il Nord America e l’Europa, che hanno cercato di applicare alle loro tecniche produttive il lean management.
Gli Stati Uniti – prosegue Bisogni – hanno avuto più difficoltà in questo inserimento, perché la filosofia Ford si basava sull’uso massimo dell’auto-montaggio, con un operaio iper specializzato, mentre per la filosofia giapponese l’operaio deve saper fare più cose, di modo che nell’eventualità sia in grado di passare da un lavoro ad un altro”: infatti mentre la Ford Motor Company, nello stabilimento di Rouge, aveva l’obiettivo di ottenere il maggior numero possibile di esemplari mantenendo le macchine sempre impegnate, e creando perciò un surplus di scorte, attuando cioè una produzione di massa, la Toyota ha sviluppato il concetto lean, di produzione snella, ed ha avuto il merito di riconoscere l’importanza del soggetto lavoratore.
Con la Toyota la linea di assemblaggio fu resa flessibile al cambio di prodotti e ciò ha favorito la riduzione dei tempi.
L’Europa ha accolto con più facilità la filosofia giapponese, attuando il lean management sulla base di un retroterra già pronto a tali cambiamenti perché abituato al lavoro artigianale, con un operaio dalle competenze flessibili.
Le implementazioni lean in Italia e in ambito logistico
“Oggi ci sono aziende che sono riuscite ad abbracciare completamente il lean management“, spiega il presidente, “come FIAT e IVECO, la Ducati, e in Europa la Porsche ed il gruppo Audi“.
Bisogni spiega che oltre al settore automobilistico, la tecnica lean può essere facilmente applicata a quei processi produttivi simili a quello automobilistico, in quanto ripetitivi e con tecnologie simili.
Sempre in ambito di fabbrica quindi dagli accessori per i camion, alle pale meccaniche per gli aerei, alle macchine agricole a alla lavorazione del metallo, fino ai trasformatori elettrici.
Sono queste le possibili applicazioni del lean management.
Tra le aziende che secondo Bisogni oggi hanno un sistema lean completo c’è sicuramente la Siemens.
Sono ambiti in cui vi sono linee automatizzate ma in cui la presenza umana è significativa.
Come negli anni ’80 e ’90 l’informatica ha portato ad un fondamentale cambiamento, in termini di automazione e di efficienza, con la progettazione di software (CAD e CIM), oggi questo ruolo di cambiamento è sicuramente dato dalle metodologie di tipo lean.
“Nell’ambito della logistica – continua Bisogni – le tecniche lean trovano un ritardo sistematico, ma siamo sicuri che la prossima ondata di cambiamento investirà le tecniche di gestione del sistema logistico.
Si tratta di ampliare quelle che sono già delle conoscenze che portano all’efficienza sia per quanto riguarda il magazzino sia per i processi distributivi applicati”.
“Trattandosi di novità, non parlerei di resistenze” – afferma il presidente- spiegando che è sempre necessario che passi un determinato tempo in cui si possa man mano sviluppare questa concezione.
Secondo Bisogni infatti è necessario fare cultura e diffondere un sistema, quello lean, che in realtà fa già parte del patrimonio di conoscenze con cui si tende all’efficienza.
“Ad esempio il cosiddetto flusso teso, per accorciare le percorrenze e raddrizzare i flussi, si attua già da decenni, ed è un concetto del lean management.
Oppure il touch analysis, ovvero l’analisi del numero di volte in cui il collo viene maneggiato: anche questo è un criterio lean.
Si tratta quindi di trasferire le competenze in un contesto che è più orientato alla produzione.
L’approccio lean è sicuramente un’importante opportunità, considerato anche il fatto che esiste già un humus di fondo orientato all’efficienza”.
L’opportunità del lean management viene ribadita da Bisogni soprattutto in relazione a quest’epoca di crisi economica: “Nei momenti di crisi estrema qualunque tecnica per ridurre gli sprechi viene subito adottata.
Per questo, soprattutto in questi anni di crisi economica, il lean management è d’aiuto sia al settore produttivo sia alla logistica.
Oggi il motivo per cui adottare i sistemi lean non è tanto quello di migliorare la competitività, come poteva essere in passato, bensì aiutare le aziende a sopravvivere“, infatti mentre prima le aziende puntavano a produrre per vincere la concorrenza, oggi devono cercare di attuare tutte le misure necessarie per evitare sprechi e di conseguenza i costi, cosa che l’approccio lean mira a ridurre.
Il convegno: Material handling e outsourcing
“Il tema del material handling sarà al centro del convegno.
Si tratta di tecniche che possono aiutare ma che non sempre sono applicate in magazzino”.
Così Bisogni rivela una delle tematiche su cui sicuramente il convegno farà luce: si tratta di una maggiore disciplina nell’organizzazione dell’attrezzatura e del movimento dei materiali.
Anche l’outsourcing è di fondamentale importanza, tema che si pone al confine tra lean e logistica collaborativa e riguarda il legame tra il produttore e l’operatore logistico.
Il senso del sistema lean è quello di ridurre le percorrenze e le manipolazioni, tutto ciò che porta a sprechi.
In generale al convegno “Lean warehousing: utile e possibile” il responsabile della logistica troverà l’utile occasione di potersi confrontare con aziende che hanno già avviato questo percorso.
Il tema del lean management interessa sicuramente l’ambito logistico, trattando di magazzini e di tecniche per ridurre i costi, che in questo momento di crisi è l’esigenza preminente di tutte le aziende.