Il primo anno di attività del terminal intermodale Cepim conferma il valore strategico della cura del ferro, una scelta infrastrutturale che sta ridefinendo la competitività logistica del territorio. L’avvio nel 2024, sostenuto da un investimento di 20 milioni di euro, ha permesso di movimentare oltre 800 treni e 750 mila tonnellate di merci, un risultato che evidenzia la maturità del modello ferro-gomma e il suo impatto su sicurezza, ambiente e produttività. L’interporto di Parma consolida così il proprio ruolo nel panorama nazionale, contribuendo alla transizione verso soluzioni più efficienti e resilienti per la supply chain.
I benefici ambientali rappresentano uno degli indicatori più rilevanti del nuovo assetto logistico. Il ricorso al trasporto ferroviario ha eliminato 23.450 camion dalle strade, equivalenti a una fila lunga 450 km, pari alla distanza Parma–Roma. Considerando una percorrenza media di 1.000 km per viaggio, il sistema ha evitato 47 milioni di chilometri su gomma, una riduzione che corrisponde al risparmio di 16,5 milioni di litri di gasolio e alla mancata emissione di 44 mila tonnellate di CO₂, un valore assimilabile a circa 4.900 voli Roma–New York. Questi dati, già significativi a livello ambientale, assumono ulteriore rilevanza nelle strategie ESG delle imprese che utilizzano l’intermodale come leva di decarbonizzazione.
Gli effetti economici generati dal terminal si misurano tanto in efficienza quanto in risparmio. La riduzione dei viaggi su gomma ha prodotto un impatto positivo superiore a 37 milioni di euro tra carburante, pedaggi e usura dei mezzi. La crescita dei volumi ha inoltre generato occupazione qualificata all’interno di Cepim, nel terminal, nei servizi di manovra e nelle attività digitali che supportano il primo e l’ultimo miglio. L’interporto, oggi settimo nella classifica DGG e primo in Emilia-Romagna, consolida così una filiera che crea valore aggiunto, competenze e nuovi standard operativi per la logistica integrata.
I benefici si estendono alla governance locale. Numerose istituzioni sottolineano come l’interporto abbia attratto lavoro, innovazione e maggiore sicurezza viaria senza incrementare la congestione. L’espansione dell’intermodale stimola l’indotto e migliora la viabilità complessiva, rafforzando l’immagine di Parma come area capace di coniugare sviluppo economico e sostenibilità ambientale. La collaborazione con operatori eccellenti – tra cui Barilla e Mutti, premiati come Logistico dell’Anno – conferma un modello basato su partnership strategiche e processi coordinati lungo l’intera supply chain.
La rete attuale collega Parma a Bari, Brindisi, Nola, Zeebrugge e Marsiglia. Dal 2026 è previsto un ampliamento verso Stoccarda, Polonia, Liegi e l’asse Cuneo–Parma, ampliamento reso possibile dalla filiera integrata costruita con GTS, Metrocargo e Cargobeamer. L’evoluzione delle connessioni ferroviarie apre scenari di maggiore resilienza, tempi più competitivi e una riduzione strutturale dei costi logistici. La rotta europea si consolida come asset strategico per imprese manifatturiere e distributive che puntano su un approccio intermodale stabile, scalabile e sostenibile.
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