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Sciopero trasporti dicembre: come proteggere la supply chain italiana dal rischio sistemico
Disservizi diffusi, ritardi e nuove strategie per garantire continuità operativa nella logistica


Trasporti Nazionali e Internazionali

Sciopero trasporti dicembre: come proteggere la supply chain italiana dal rischio sistemico

3 Dicembre 2025

Il mese di dicembre rappresenta una delle fasi più critiche per la logistica italiana, aggravata dalla simultanea sovrapposizione degli scioperi nel trasporto stradale, ferroviario, aereo e marittimo. La natura frammentata delle agitazioni sindacali trasforma il rischio da episodico a sistemico: ogni blocco modifica i flussi e influisce sulla continuità della supply chain nazionale, con effetti che si propagano lungo approvvigionamenti, magazzini e consegne finali. Anche un’interruzione di sole 24 ore può generare ritardi a cascata, saturazione dei centri distributivi e un incremento significativo dei costi legati a stoccaggi, extra-handling e ripianificazioni operative.

La geografia del rischio e la pressione sulle dorsali critiche

Le tensioni maggiori emergono sulle principali dorsali Nord-Sud e nei nodi metropolitani, dove la logistica urbana dipende fortemente dal trasporto pubblico. Scioperi alternati del TPL rallentano il first e last mile, mentre blocchi ferroviari, portuali e aeroportuali creano colli di bottiglia su spedizioni time-sensitive e flussi import/export. La distribuzione temporale delle agitazioni lungo tutto il mese amplifica l’incertezza operativa, riducendo la capacità delle aziende di prevedere il backlog e di stabilizzare SLA e rotazioni. Per chi pianifica trasporti e dispatching, il monitoraggio quotidiano degli aggiornamenti del MIT diventa una leva fondamentale per preservare stabilità e continuità.

Tra gli elementi da presidiare con maggiore rigore:

  • Fasce garantite e non garantite, con attenzione alle sovrapposizioni territoriali;
  • Impatti su terminal intermodali, slot aeroportuali e finestre di attracco;
  • Propagazione dei ritardi: congestione dei rail hub, accumulo dei vuoti, rotazioni non rispettate.

Un’integrazione costante tra calendario scioperi e indicatori logistici (OTD, fill rate, dwell time, OTIF) consente di anticipare accumuli, stabilire priorità e allocare capacità in modo più efficiente.

Resilienza organizzativa: come rispondono le supply chain più avanzate

Le aziende più strutturate operano lungo tre direttrici complementari. Sul piano tattico, modificano cut-off e pianificazioni, attivano soluzioni multimodali, anticipano o rinviano consegne e incrementano le scorte nei nodi più sensibili. Dove possibile, definiscono piani B e C per garantire continuità operativa in caso di blocchi prolungati.

Sul fronte relazionale, la gestione proattiva con clienti e fornitori è essenziale per rinegoziare SLA, adeguare penali, allineare customer service e vendite ed evitare frizioni nella catena informativa.

Infine, cresce il ruolo della tecnologia: modelli predittivi e simulazioni what-if consentono di valutare scenari alternativi considerando capacità, lead time e saturazione dei magazzini. L’integrazione dei dati provenienti dal MIT nei TMS e WMS aziendali, tramite una control tower centralizzata, aumenta la visibilità end-to-end e abilita decisioni rapide basate su evidenze oggettive. Un ulteriore strumento di supporto è l’Osservatorio sui conflitti sindacali del MIT (osservat.sindacale@mit.gov.it), utile per anticipare evoluzioni e ridurre l’asimmetria informativa.

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