L’Italia si trova davanti a una scelta strategica: valorizzare il proprio ruolo di hub mediterraneo o restare ai margini delle nuove rotte globali. I dati mostrano un ritardo strutturale: nei porti italiani arriva soltanto il 35% delle merci dall’Est Europa, mentre oltre l’80% del traffico ferroviario intra-europeo bypassa il nostro Paese. Nei nostri scali, appena il 12% dei container prosegue su ferrovia, lontano dall’obiettivo europeo del 30%. A complicare il quadro è la frammentazione del settore, dove il 90% delle imprese logistiche conta meno di dieci dipendenti.
La posizione geografica favorevole e la vocazione manifatturiera offrono all’Italia un vantaggio competitivo in un contesto di supply chain sempre più regionalizzate, resilienti e sostenibili. Tuttavia, non basta potenziare le infrastrutture fisiche: la vera partita si gioca sul digitale. Le esperienze estere lo dimostrano. Al porto di Valencia, l’intelligenza artificiale generativa ha aumentato del 25% l’efficienza nella movimentazione dei container. La compagnia CMA CGM ha ridotto del 18% i ritardi portuali grazie a sistemi predittivi. Digital twin, piattaforme collaborative, IoT e intelligenza artificiale stanno ridefinendo le regole della supply chain.
Il contesto internazionale – conflitto in Ucraina, tensioni nel Mar Rosso, instabilità africana e nuove barriere commerciali – spinge verso la regionalizzazione delle catene del valore. Reshoring e nearshoring stanno modificando la geografia della logistica globale. In questo scenario, l’Italia rischia di essere marginale, ma al tempo stesso ha una finestra storica per rafforzare la propria centralità. Scali come Trieste e Genova già sperimentano smart gate e sistemi di slot booking per ridurre la congestione. Sul corridoio Padova-Brennero, i digital twin simulano scenari operativi per ottimizzare l’uso delle risorse.
La tecnologia, da sola, non basta. Perché l’Italia diventi un hub logistico europeo serve superare la frammentazione, investire in infrastrutture intermodali e attrarre valore nel Paese. È tempo di immaginare un operatore logistico nazionale integrato, in grado di competere con i grandi player continentali. Il PNRR ha avviato investimenti in piattaforme digitali e interoperabilità dei dati, ma per rendere duratura la trasformazione occorrono nuove strategie industriali. La logistica deve essere riconosciuta come infrastruttura vitale per l’economia e leva per garantire autonomia e resilienza industriale. Investire in efficienza e innovazione significa valorizzare il potenziale italiano e rafforzare la competitività del sistema produttivo europeo.
Ricevi la newsletter gratuita per rimanere aggiornato sulle ultime novità del mondo della logistica
