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Fedespedi e Assiterminal chiedono chiarimenti e modifiche al MIT
Le due associazioni propongono modifiche al MIT per rendere la normativa più efficace e applicabile


28 Ottobre 2025

Fedespedi e Assiterminal chiedono chiarimenti e modifiche al MIT

(Comunicato stampa)

Fedespedi, Federazione Nazionale delle Imprese di Spedizioni Internazionali, e Assiterminal, in linea con il loro impegno a sostegno della competitività degli associati e dell’attrattività ed efficienza del sistema logistico nazionale, in relazione alla disciplina delle attese al carico e scarico, hanno inviato, rispettivamente e congiuntamente, note tecniche nonché richieste di chiarimenti e modifiche al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) e ai Presidenti delle Commissioni parlamentari competenti. Entrambe le Associazioni hanno colto ogni occasione utile di dialogo con tutte le parti interessate per ribadire che l’attuale normativa non risolve le inefficienze strutturali, in particolare nei nodi logistici portuali e aeroportuali, riscontrate dagli operatori nei diversi passaggi della filiera logistica, anzi ha l’effetto di gravare direttamente sul costo della merce, danneggiando la competitività del Sistema Paese.

Una normativa da rivedere per garantire efficienza e competitività

“La disciplina in questione risponde all’esigenza di una maggiore efficienza nelle operazioni di carico e scarico ma, così come recentemente modificata, continua a generare incertezza applicativa e non tiene conto della complessità operativa dei nodi logistici, in particolare porti e aeroporti – dichiara Alessandro Pitto, Presidente di Fedespedi. Con questa richiesta formale al MIT, ribadiamo la necessità di soluzioni normative che si adattino alla realtà effettiva degli operatori, tutelando al contempo la sostenibilità economica e l’operatività quotidiana delle imprese di spedizioni”.

Per Tomaso Cognolato, Presidente di Assiterminal “è evidente che tutti i soggetti della filiera logistica, siano essi pubblici o privati, hanno interesse a efficientare i servizi per rendere sempre più competitivo il trasporto e la relazione tra committenza e vettori, ma – aggiunge Cognolato – questo obiettivo non si può certo raggiungere attraverso un irrigidimento del sistema che non tiene conto delle molteplici variabili che lo compongono e anche di alcuni distinguo che hanno un valore nella relazione contrattuale e nell’approccio giuridico. I terminal portuali, così come altri nodi logistici e industriali, stanno investendo molto per potenziare la propria flessibilità organizzativa, nessuno ha interesse a stressare il sistema”.

Le principali richieste di Fedespedi e Assiterminal al MIT

Tra gli aspetti più critici evidenziati nelle richieste formali al MIT, spiccano:

  1. Specificità di Porti e Aeroporti: Porti ed aeroporti non possono essere assimilati a ogni altro nodo logistico, per la complessità delle dinamiche commerciali e operative che si sviluppano presso queste infrastrutture. In tali casi, il contrasto al fenomeno delle attese esula dallo stretto rapporto contrattuale sussistente tra committente e vettore e necessita di appositi strumenti, quali gli accordi di programma promossi dalle autorità preposte al controllo e alla regolazione dell’infrastruttura logistica pubblica. Per tali motivazioni, si ritiene che porti e aeroporti debbano essere esclusi dal campo di applicazione della nuova disciplina.
  2. Primato del Contratto e Derogabilità: Gli operatori che intendono interpretare in senso imperativo le nuove disposizioni non tengono conto della diversità sussistente tra i luoghi di carico, che rende impossibile stabilire un unico limite temporale e un’indennità standard validi per tutti i nodi logistici e per tutti i diversi tipi di trasporti e di merci. Per questo motivo, si sostiene con forza il primato del contratto tra le parti quale strumento, unico, che consente di adattare la disciplina al singolo contesto operativo, in deroga alla normativa generale.
  3. Franchigia: Si dissente con forza dall’interpretazione di alcune associazioni di autotrasportatori che suggeriscono di ricomprendere nei 90 minuti anche il tempo per le operazioni materiali di carico e scarico, evidenziando che, al contrario, la normativa prevede che il tempo per caricare e scaricare la merce debba essere indicato nel contratto scritto a libera scelta delle parti. Si chiede che le Istituzioni competenti chiariscano inequivocabilmente che il “periodo di franchigia” corrisponde unicamente al periodo di attesa degli autotrasportatori prima che si verifichino tutte le condizioni utili a effettuare il carico e lo scarico.




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