Ogni aggiornamento tariffario di Amazon FBA (Fulfillment by Amazon – in italiano Logistica di Amazon) non è solo una questione di margini per i seller: è un segnale forte per l’intero ecosistema logistico europeo. Dal 2026 la piattaforma introdurrà una delle più significative riduzioni delle tariffe e commissioni europee, con una diminuzione media di 0,15 £/0,17 € per unità venduta. L’obiettivo dichiarato è allineare le commissioni ai costi operativi effettivi, rendere più uniforme la struttura dei programmi a livello globale e mantenere la vendita sul marketplace come canale competitivo per le imprese. Per chi si occupa di supply chain, questi numeri rappresentano leve concrete da integrare nei business plan, soprattutto in un contesto in cui il costo del servizio logistico è sempre più sotto pressione.
Le decisioni di Amazon hanno un impatto sistemico perché poggiano su una base numerica che, di fatto, influenza il tessuto produttivo europeo. Oltre il 60% delle vendite nel negozio Amazon proviene da venditori indipendenti, in larga parte piccole e medie imprese. Le PMI con sede nell’UE hanno venduto più di 1,3 miliardi di prodotti in tutto il mondo nell’ultimo anno, generando circa 350.000 posti di lavoro in Unione Europea, spesso in aree rurali.
Questo scenario descrive una vera e propria infrastruttura commerciale e logistica distribuita, in cui il marketplace funge da snodo fra domanda globale e capacità produttiva locale. Per Amazon, la logistica è una leva per offrire valore crescente ai partner di vendita attraverso innovazione e efficientamento operativo; per i seller, è un asset esternalizzato che deve restare prevedibile, scalabile e sostenibile. L’aggiornamento 2026 viene presentato come ulteriore passo per rafforzare questa partnership, mantenendo il negozio Amazon come canale privilegiato per far crescere attività solide nel lungo periodo.
Il cuore dell’aggiornamento 2026 è un mix calibrato di riduzioni e aumenti mirati, distribuiti su due date chiave: 15 dicembre 2025 e 1° febbraio 2026, con applicazione in tutti i negozi europei.
Dal 15 dicembre 2025:
Dal 1° febbraio 2026:
Parallelamente, vengono introdotti aumenti mirati su:
Il risultato complessivo, considerando la sola Logistica di Amazon, è un incremento medio di 0,02 £/0,02 € per unità venduta tramite il servizio di fulfillment, a dimostrazione di un riequilibrio che redistribuisce benefici verso specifiche categorie e fasce di prezzo, mantenendo comunque la redditività della rete.
Dietro alle percentuali si intravede una precisa strategia logistica. L’azienda dichiara che queste modifiche sono pensate per ottimizzare l’efficienza della rete di fulfillment e garantire che la capacità rimanga disponibile per prodotti a rapida rotazione e in buone condizioni. La combinazione di riduzioni sulle categorie ad alto volume e sugli articoli a basso prezzo, insieme all’estensione delle tariffe agevolate sotto la soglia dei 20 £/20 €, spinge i seller a concentrare i cataloghi verso referenze ad alto potenziale di vendita e rotazione.
Allo stesso tempo, l’aumento di alcune tariffe di stoccaggio, resi e liquidazione fa emergere un chiaro messaggio operativo: la rete logistica non è progettata per fungere da magazzino a lungo termine per SKU lente o poco redditizie. La logistica diventa così uno strumento di selezione, non solo di distribuzione, orientando il portafoglio prodotti verso mix più efficienti dal punto di vista del capitale investito e dell’utilizzo di capacità.
Per supportare i partner nella valutazione dell’impatto economico, Amazon indica una serie di strumenti che verranno aggiornati con le tariffe 2026 entro il 15 dicembre:
L’invito implicito ai seller è di integrare questi tool nei propri processi di pianificazione, simulando scenari di prezzo, rotazione e marginalità. Per gli operatori logistici e i 3PL che lavorano in integrazione con FBA, il messaggio è doppio: da un lato, c’è spazio per consolidare servizi a valore aggiunto (per esempio, gestione stock a monte, ottimizzazione assortimento, advisory sui prezzi); dall’altro, la rete Amazon continua a premiare chi sa progettare cataloghi snelli e ad alta rotazione, riducendo l’impatto di costi non produttivi come stoccaggi prolungati e resi frequenti.
In prospettiva, queste modifiche contribuiscono a riallineare le commissioni europee agli aggiornamenti già introdotti in mercati come gli Stati Uniti, mantenendo sotto controllo i costi di servizio globali. Per chi opera nella logistica della distribuzione omnicanale, diventa essenziale leggere queste scelte non solo come un listino aggiornato, ma come la traduzione operativa di un modello di supply chain sempre più data-driven, dove la capacità di analizzare tariffe, categorie e soglie di prezzo è parte integrante della competitività.
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