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Corte dei Conti Ue: bocciati i porti d’Europa

Milioni di euro spesi in infrastrutture inutilizzate, opere prive di una visione strategica




Trasporti Nazionali e Internazionali

Corte dei Conti Ue: bocciati i porti d’Europa

27 Settembre 2016

La Corte dei Conti Ue analizza i porti europei e li boccia.
Le strategie nazionali non fornirebbero una base robusta per la pianificazione portuale, e né la Ue né gli Stati membri hanno una visione di quali porti hanno bisogno di fondi, e per cosa, visto che si continua a finanziarie infrastrutture simili in porti vicini.

Tra il 2000 e il 2013, la spesa per i porti è stata inefficiente e non sostenibile, spiega la Corte dei Conti nel rapporto in cui analizza 19 porti in Germania, Polonia, Italia, Svezia e Spagna: un euro su tre di quelli spesi per i progetti esaminati (194 milioni di euro in totale) sono andati a raddoppiare strutture che già esistevano nei porti vicini.

97 milioni sono stati investiti in infrastrutture che non sono state utilizzate o lo sono state pochissimo dopo tre anni dalla costruzione.
Un esempio di infrastruttura portuale pochissimo utilizzata è il terminale container di Taranto, operativo dal 2002 ma sempre più in disuso dal 2006, quando il traffico è diminuito.
Nel porto di Taranto sono stati investiti 38 milioni di euro, sottolinea il rapporto.
In Italia, inoltre, cinque dei sei porti analizzati non sono ancora completi per problemi amministrativi.
Infine, La Corte raccomanda a Bruxelles di rivedere il numero dei 104 porti “core” del Continente e di investire solo dove la “strategicità” dei porti è evidente e soprattutto giustificata da una sufficiente percentuale di finanziamenti privati.





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