Trasporti Nazionali e Internazionali
31 Marzo 2014
Tre diversi livelli di analisi che si concludono mettendo in evidenza i vantaggi operativi, commerciali e fiscali derivanti dal particolare regime dei punti franchi del porto di Trieste: questo il contenuto di uno studio realizzato dall’Autorità Portuale in collaborazione con la Camera di Commercio e il Comitato Lloyd 170, che ha avuto l’obiettivo di stimolare l’interesse da parte di investitori nazionali ed esteri sullo scalo portuale di Trieste che, nella nuova geografia europea dei flussi del traffico via mare della global economy, sta rapidamente conquistando una posizione di centralità lungo le direttrici dei grandi corridoi di transito trans-europei nelle relazioni Est-Ovest.
L’indagine rileva che nel complesso delle operazioni-tipo esaminate, le posizioni di vantaggio per gli operatori ricoprono una incidenza del 73%, con una spiccata intensità dei vantaggi di natura commerciale, seguiti da quelli operativi, amministrativi e finanziari a pari livello.
Di particolare interesse anche l’analisi del mercato delle commodity, ripartite nei principali comparti dei prodotti energetici e delle materie prime, con un impatto “ad valorem” che su base annua supera i 21 miliardi di euro, con indubbi ritorni economici sull’economia cittadina e regionale in termini di indotto socio-economico e finanziario.
Non ultime le opportunità offerte dal particolare regime dei punti franchi del porto di Trieste sotto l’aspetto fiscale: dal credito doganale a 180 giorni, agli abbattimenti sulle accise per le lavorazioni estero su estero, al transito liberalizzato riferito al trasporto intermodale/combinato sulle direttrici internazionali.
Lo studio è pubblicato su www.porto.trieste.it.