Il 2014 inizia con un calo del 2,4% delle emissioni di CO2 da benzina e gasolio per autotrazione.
I dati provengono dal centro ricerche Continental Autocarro in collaborazione con il Ministero per lo Sviluppo Economico.
Tra azioni del Parlamento Ue, dati Istat e una Road Map tracciata dagli ultimi Stati Generali della Green Economy, ecco la situazione generale a livello italiano.
A gennaio 2014 le emissioni di CO2 provenienti dall’uso di benzina e gasolio per autotrazione nel nostro Paese sono diminuite di 180.189 tonnellate, che corrispondono al 2,4% in meno rispetto allo stesso mese del 2013.
Prendendo in considerazione le sole emissioni di CO2 provenienti dall’uso di benzina, il calo è stato di 95.760 tonnellate, e cioè del 4,9%, mentre per quelle provenienti dall’uso di gasolio è stato di 84.429 tonnellate (-1,5%).
Questi dati emergono da un’elaborazione del Centro Ricerche Continental Autocarro su dati del Ministero dello Sviluppo Economico.
“Il 2014 – dichiara Daniel Gainza, direttore commerciale di Continental CVT – si apre nel segno della continuità rispetto al 2013, e cioè con un calo delle emissioni di CO2 provenienti dall’uso di gasolio e benzina per autotrazione.
Nel dicembre del 2013, però, erano stati registrati i primi segni di una ripresa delle attività di trasporto di merci e persone, segni che avevano portato ad un lieve incremento dei consumi di carburante e quindi anche delle emissioni che ne derivano.
Nonostante i dati negativi di gennaio, crediamo che i prossimi mesi mostreranno segni di un molto atteso recupero economico.
Il Centro Ricerche Continental Autocarro, comunque, continuerà a monitorare la situazione dei consumi di carburante e delle emissioni di CO2 nell’ambiente anche nei prossimi mesi, ed a darne comunicazione nei suoi report periodici”.
Con un fatturato di 33,3 miliardi di euro realizzato nel 2013, Continental è tra i leader mondiali nelle subforniture per il settore automotive.
Nella veste di produttore di impianti frenanti, sistemi e componentistica per motore e telaio, strumentazione, soluzioni per infotainment, elettronica di bordo, pneumatici e prodotti tecnici in elastomeri, Continental fornisce un importante contributo alla sicurezza e alla salvaguardia del clima globale.
Continental, inoltre, è un partner competente nel campo della comunicazione in rete per autoveicoli. Attualmente Continental ha un organico di circa 177.000 persone in 46 paesi.
Da ricordare, in merito alle emissioni di C02, che il Parlamento europeo ha approvato il 15 gennaio scorso un deciso taglio alle emissioni dei veicoli commerciali venduti nella Ue: tutti quelli con un peso fino a 2,6 tonnellate senza carico e 3,5 tonnellate a pieno carico dovranno passare dall’attuale livello medio di 203 grammi di CO2 per chilometro a 147 g/km.
Oltre a ciò, Strasburgo chiede metodi più affidabili per i controlli delle emissioni di CO2.
Per raggiungere l’obiettivo i produttori possono sfruttare fino al 2018 il sistema di super crediti che assicura un peso maggiore, nel conteggio della media delle emissioni, ai veicoli che emettono meno di 50 g/km di CO2.
Le imprese (la norma viene applicata a quelle che producono più di 1.000 furgoni all’anno) che allo scadere del 2020 non avranno una gamma con emissioni medie di 147 g/km verranno sanzionate.
Gli eurodeputati hanno chiesto alla Commissione Ue di sostituire al più presto l’attuale sistema di rilevamento delle emissioni, considerato lacunoso e favorevole alle imprese, con la nuova Procedura World Light Duty Test (WLTP), definita dalle Nazioni Unite.
Il rapporto Istat su energie rinnovabili ed emissioni gas
Il nuovo rapporto “Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo”, appena presentato dall’Istat con dati aggiornati al 2011 e al 2012, rivela che la quota del consumo nazionale lordo di energia elettrica coperta da fonti pulite è stata pari al 26,9%, in aumento di 3,1 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
Un dato in linea con le stime diffuse dal GSE, che per lo stesso periodo indicava una percentuale del 27,1%.
La distribuzione sul territorio nazionale evidenzia la prevalenza dell’idroelettrico nelle regioni montuose e della fonte eolica nel Mezzogiorno.
Nel 2011 in Italia sono stati emessi 488,8 milioni di tonnellate di gas serra espresse in termini di CO2 equivalente, pari a un calo del 2,3% rispetto all’anno precedente.
Il dato è lo stesso contenuto nell’Inventario nazionale delle emissioni in atmosfera dei gas serra per l’anno 2011 pubblicato dall’ISPRA, e rivela un calo del 5,8% rispetto ai valori del 1990, a fronte di un impegno nazionale di riduzione del 6,5% nel periodo 2008-2012.
La Roadmap per la green economy in Italia e le proposte degli Stati Generali della Green Economy del 2013
Quest’anno gli Stati Generali della Green Economy si sono tenuti il 6-7 novembre 2013 a Ecomondo-Key Energy – Cooperambiente (Rimini) e hanno presentato le proposte per “Un Green New Deal per l’Italia”.
Tra queste va segnalata la proposta di raddoppiare al 2030 la quota modale del trasporto merci su ferrovia e dei treni passeggeri regionali e metropolitani.
Per raddoppiare la quota di merci trasportate su ferrovia, raggiungendo la performance attuale del 20% della Germania, servono interventi sulla rete finalizzati all’aumento della capacità, rimuovendo strozzature e colli di bottiglia, a mettere in circolazione treni più lunghi, con capacità di carico maggiore, a favorire l’intermodalità in particolare nei principali scali portuali, dove il combinato ferroviario dovrebbe raggiungere quota 50% entro il 2030.
Per incrementare il trasporto dei passeggeri va invertita la tendenza alla riduzione dei finanziamenti destinati al trasporto ferroviario regionale e metropolitano, che deve divenire una priorità.
Altresì realizzare un trasporto marittimo a bassi consumi energetici e valorizzare la “transizione verde” dei porti italiani.
Il settore marittimo del trasporto delle merci è il secondo settore per tonnellate per chilometro trasportate in Italia (23%) ed è secondo per emissioni di CO2 e consumi finali di energia.
Adottando misure di miglioramento tecnologico e gestionale del trasporto marittimo, puntando contemporaneamente ad una strategia di sviluppo sostenibile dei porti, è possibile arrivare a una riduzione del 35% dei consumi energetici del settore al 2030 con vantaggi ambientali e di competitività economica.