Logistica Sostenibile
14 Novembre 2013
Un fisco green che tassi le attività inquinanti e il consumo di ambiente secondo il principio di ‘chi inquina paga‘, per far arrivare l’eco-gettito dal 6% attuale al 12,5%, spostando la pressione fiscale dal lavoro e dagli investimenti green per non aumentare il peso delle tasse.
Nuovi strumenti finanziari, vere e proprie ‘obbligazioni verdi’, per sostenere la crescita sostenibile e una nuova scansione degli incentivi.
Gli strumenti fiscali e finanziari per la green economy sono stati il tema della terza sessione di lavori degli Stati Generali della Green Economy 2013 a Rimini nell’ambito di Ecomondo-Key Energy-Cooperambiente.
L’Ocse ha indicato, infatti, che è necessario arrivare ad un prelievo ambientale del 12,5% sul totale del gettito fiscale.
Sul fronte degli investimenti, a livello mondiale, è già in atto un processo che vede in campo flussi consistenti di investimenti nel settore green.
Il totale degli investimenti per la mitigazione delle emissioni e per l’adattamento ai cambiamenti climatici nel 2011 è stato stimato in 268 miliardi di dollari per il settore privato e in 96 miliardi di dollari per il settore pubblico.
Il pacchetto di misure presentato agli Stati Generali della Green Economy sulla fiscalità ecologica indica in particolare una graduale introduzione della carbon tax e del road pricing tarato secondo le emissioni degli autoveicoli.
Per quanto riguarda gli strumenti finanziari innovativi ci sono i project bond, i performance bond, i social impact bond o altri meccanismi basati sui principi di payment by results o di impact finance o di crowdfunding: si punta a ridurre il costo del denaro, stimolando una crescita nella qualità, oltre che nella quantità, delle iniziative green.