La liberalizzazione del trasporto su ferro in Italia, come è noto, è ben lungi dal realizzarsi: sino a quando RFI, ovvero il gestore della rete italiana, farà parte dello stesso gruppo di Trenitalia, ovvero il vettore sulla carta ex monopolista, non potremo avere la libera concorrenza, che invece dovrebbe essere obiettivo, appunto, delle liberalizzazioni.
Ciononostante, Altroconsumo pubblica i risultati del monitoraggio di tutte le offerte disponibili sui Frecciarossa di Trenitalia e sugli Italo di Ntv, la società di Luca Cordero di Montezemolo, nel periodo dal 9 giugno al 5 agosto 2012 sulla tratta Milano (Porta Garibaldi)-Roma (Tiburtina), mettendo a confronto la tariffa minima disponibile per scoprire quale vettore sia il più conveniente.
All’inizio di giugno, viaggiare con Italo sulla tratta Milano-Roma costava mediamente 16 euro in meno; agli inizi di luglio, in occasione del ritocco delle tariffe da parte di Trenitalia, la differenza di prezzo si è dimezzata a 8 euro: evidentemente Trenitalia è stata costretta a diventare più competitiva per tenere testa al nuovo rivale, con vantaggi per chi usufruisce del servizio.
Considerati questi risultati, appare lecito chiedersi cosa accadrebbe se nel nostro Paese fosse davvero avvenuta la liberalizzazione dei trasporti ferroviari, e restare un poco stupiti dal fatto che una delle tante ‘anomalie italiane’, neppure poi tanto trascurabile a nostro giudizio, non sia stata ancora oggetto di discussione in un contesto di esame delle proposte che potrebbero rendere maggiormente competitivo il sistema Italia, riducendo anche inquinamento e traffico su strada.